“Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”. Così Chiara Ferragni ha commentato l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano. I suoi legali sono Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone.
Oltre a Chiara Ferragni, la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati Alessandra Balocco, presidente e Ad dell’azienda piemontese. Il reato ipotizzato, in base anche a una sentenza della Cassazione, è truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto commessa con il sistema informatico.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano, su delega del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, hanno acquisito della documentazione nella sede della Balocco a Fossano (Cuneo). I finanzieri hanno acquisito una serie di email tra lo staff di Chiara Ferragni e quello della società piemontese. La corrispondenza, emerge da una relazione dell’antitrust, risale al 2021 così come il contratto relativo al progetto pandoro “Pink Christmas” sponsorizzato dalla influencer che ne ha promosso l’acquisto sostenendo che parte dai ricavi sarebbero andati all’ospedale Regina Margherita di Torino.
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