Otto persone sono state arrestate a Taranto per corruzione, manovre illegali attorno agli appalti per i servizi al cimitero San Brunone ed estorsione alle famiglie dei defunti.
In carcere è finito Giuseppe Cristello, necroforo del cimitero. Altri 7 sono ai domiciliari: si tratta dei dipendenti Tiziano Scialpi e Vito Giannini, entrambi dipendenti comunali, poi Francesco Alfeo (ex amministratore di fatto della società cooperativa Kratos), Antonio Sansone, Cataldo Forte, Giuseppe Ligorio e Valter Pernisco, che avrebbero compiuto azioni illecite utilizzando anche la cattiva fama di un noto esponente della criminalità salentina: Cataldo Sambito, recentemente scomparso in un incidente stradale.
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero posto in essere “molteplici condotte criminali” per permettere alla società cooperativa sociale di aggiudicarsi illecitamente la gestione dei servizi cimiteriali di Taranto per alcuni anni, con un importo della gara di appalto di circa 7 milioni di euro.
In particolare, alcuni dipendenti del Comune avrebbero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche e agito per favorire irregolarmente la società cooperativa sociale a discapito delle altre che avevano partecipato alla gara, in cambio di elargizioni di denaro.
Sarebbe emerso come il gruppo dei necrofori riuscisse ad ottenere dai familiari delle persone decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o di dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione.
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