BRINDISI – Erano forse destinate a diventare il perfetto regalo di Natale le 165 bici elettriche e le 1760 friggitrici “made in China” sequestrate al porto di Brindisi. Non è un caso. Con l’aumento dei traffici di merci e passeggeri nel periodo prenatalizio, i militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Brindisi unitamente al personale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli hanno intensificato ulteriormente i controlli presso lo scalo portuale salentino di “Costa Morena”. In particolare, i controlli hanno portato al sequestro di due partite di merci, di origine cinese, viaggianti su autoarticolati provenienti dalla Grecia.
Bici elettriche e friggitrici, il sequestro
Si tratta di 165 bici elettriche e 1.706 friggitrici ad aria non idonee agli standard di conformità europei e destinate al mercato italiano. Le merci, infatti, sono risultate prive di marcatura CE e delle necessarie certificazioni riguardanti il rispetto di alcune direttive europee a tutela della sicurezza e della salute umana. Le apparecchiature, infatti, non riportavano alcuna etichettatura da cui rilevare, come richiesto dalle norme comunitarie, i dati tecnici e quelli identificativi come il produttore, il modello, la potenza e la velocità massima del motore, eccetera. Per tali illeciti, sono stati deferiti in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria due soggetti per la violazione dell’art. 517 del Codice penale, ovvero per la commercializzazione di prodotti industriali con segni non veritieri, reato che prevede la successiva confisca e distruzione di quanto sequestrato.
La responsabilità degli indagati, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza de-finitiva.
L’attività conferma il costante impegno profuso sinergicamente dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli nella lotta alle frodi, fenomeno in continua evoluzione che determina gravi rischi per la libera concorrenza del mercato e la sicurezza dei consumatori.
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