Verso la fine del mese di agosto, in provincia di Lecce, ha preso il via con un po’ di ritardo la raccolta dei grappoli di uve Negroamaro destinati alle basi spumante. A testimonianza dell’ottimismo che contraddistingue i produttori vinicoli pugliesi, si va avanti lo stesso, anche se con qualche ostacolo da superare.
Questa è “l’aria che si respira” sul mercato vinicolo regionale, quasi al termine di un 2023 sfidante e duramente segnato da pesanti rovesci, temporali e periodi di siccità. I dati di Coldiretti Puglia suggeriscono un calo del 15% nella quantità di produzione, portando il totale attorno ai 9 milioni di ettolitri: una cifra notevolmente inferiore rispetto agli oltre 11 milioni registrati l’anno precedente.
Ciò nonostante, cresce, con picchi soprattutto a ridosso delle feste natalizie, la tendenza di acquistare vini online al miglior prezzo. Gli imprenditori di questa nicchia, infatti, hanno ben compreso l’importanza di sfruttare il canale digitale per gli affari e hanno contribuito a traghettare il settore attraverso tutte le sfide di quest’anno.
Il bilancio del 2023 è sommariamente positivo
Coldiretti Puglia ha sollevato le criticità per il settore, evidenziando come sia necessario mettere in atto soluzioni a tutela dei raccolti in vista della stagione delle forti piogge. Inoltre il settore ha dovuto fare i conti con la diffusione della peronospora, una malattia fungina che ha tagliato drasticamente i quantitativi di uva, con cali che variano dal 20% fino a punte del 70% in alcuni areali.
Ciò nonostante, ha rilevato una produzione che sfiora gli oltre 3 milioni di bottiglie di spumante e il mantenimento di una presenza significativa nell’export. Questi dati sono l’epilogo di una partenza positiva nel primo trimestre del 2023, quando il valore del mercato si aggirava sui 54 milioni di euro. Sono risultati chiari, che indicano come la vitivinicoltura pugliese mantenga una posizione rilevante nel mercato internazionale, nonostante le avversità.
Quali sono le sfide attese per l’anno futuro?
Non possiamo negare come, in questi anni, il contesto globale non sia tra i più pacifici che la storia abbia conosciuto. Ci troviamo a vivere un momento sì difficile ma pur sempre di grandi cambiamenti. Questa è la fiamma che orienta le decisioni imprenditoriali di chi, sull’incertezza del futuro, ha trovato il modo di tirarne fuori un vantaggio strategico. Questo nuovo approccio mira a riconvertire le scelte aziendali in modo sostenibile, sia verso l’ambiente che verso la continuità degli affari.
A fare la differenza, specialmente durante i periodi più incerti, è la presenza di un piano d’azione, che tenga conto di soluzioni alternative e predittive sul breve, medio e lungo periodo. E difatti Coldiretti Puglia ha rilevato aumenti sensibili, pari al 3%, nelle esportazioni nei primi 6 mesi del 2023 rispetto all’anno precedente. Questo dato suggerisce che le aziende hanno investito risorse per creare nuovi canali di vendita e raggiungere platee sempre più ampie all’estero.
Per l’anno a venire si prospettano maggiori investimenti in ricerca e innovazione, nonché una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità delle catene di produzione e vendita. A sostegno di queste prospettive c’è anche una nicchia sempre più ampia di consumatori, amatoriali e intenditori a fronte di un calo fisiologico di consumo.
Il dato non è negativo perché, come sottolinea Lamberto Frescobaldi, presidente UIV, ci dice come gli italiani abbiano maturato un rapporto più responsabile con il vino. A cambiare, in pratica, sarebbe stato l’approccio culturale, perché il vino è passato dall’essere un alimento a un elemento di socialità, di interesse o di stile di vita.
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