E’ stato un evento rarissimo, quello che nella serata di domenica 5 novembre ha portato nel cielo italiano le luci rossastre di un’aurora boreale. A renderlo possibile è stata la rapida sequenza di due tempeste geomagnetiche, la seconda delle quali forte, conseguenza di un Sole sempre più irrequieto.
Le aurore sono fenomeni molto comuni nelle zone polari e a scatenarle è lo sciame di particelle cariche emesse dal Sole e che, trasportate con il vento solare, incontrano il campo magnetico del nostro pianeta. La sera del 5 novembre, però, le aurore hanno colorato il cielo anche in Italia, con straordinarie sfumature rosa osservate e fotografate da astrofili e astronomi di tutto il Paese.
Tra le immagini, quella dell’astrofotografa Giorgia Hofer di Vigo di Cadore (Belluno) è stata selezionata dalla Nasa come Apod, ossia come foto del giorno. E’ stata inoltre la prima astrofotografa a catturare con il suo obiettivo un fenomeno simile nel suo Paese.
L’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope, ha fotografato l’alba dalla postazione di Marciano, vicino Grosseto, il sito italiano meno inquinato dalla luce artificiale. Lo spettacolo del cielo è stata una bella sorpresa per gli astrofili, con “segnalazioni da gran parte d’Italia, soprattutto a Nord e Nord.Est”, dice Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani.
“Sono state numerosissime segnalazioni fino alle regioni centrali e al Sud, probabilmente fino alla Puglia. Sono state favorite le zone in cui il cielo era più buio, lontane dalle luci delle città, come le Dolomiti a alcune zone costiere. E’ stato un evento davvero suggestivo”.
A colorare il cielo sono le particelle elettricamente cariche che “penetrano fino ad altezze di 100-300 chilometri e trasferiscono la loro energia ad atomi e molecole di azoto e di ossigeno, portandoli ad uno stato eccitato. Questi si diseccitano subito (fluorescenza), riemettendo il surplus di energia sotto forma di fotoni di luce visibile alle lunghezze d’onda del rosso, del viola, del verde e del blu a seconda della specie atomica interessata e dell’altezza a cui avviene l’interazione. Queste luci colorate costituiscono il fenomeno aurorale”, spiega il fisico Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste.
Se l’aurora boreale è arrivata a latitudini così basse è perché nell’arco di due giorni il campo magnetico terrestre ha subito un forte stress, dovuto all’interazione con uno sciame di particelle (espulsione di massa coronale, Cme) avvenuto sabato 4 novembre, al quale ha fatto seguito il 5 novembre una nuova Cme più intensa della prima.
“Questo – osserva Messerotti – ha determinato una tempesta geomagnetica forte di classe G3”, su una scala che va da G1 a G5. La tempesta geomagnetica “è durata per molte ore e “l’ovale aurorale, la regione di interazione delle particelle energetiche solari con atomi e molecole dell’atmosfera terrestre, si è allargato fino a comprendere latitudini basse come 30 gradi Nord”.
E’ un fenomeno rarissimo, ma non unico: le aurore hanno colorato il cielo italiano il 13 marzo 1989 e nella sera di Halloween del 2003. Poco più di un mese fa un’aurora era stata osservata in Italia, ma solo nelle regioni settentrionali: un fenomeno che, ha detto Messerotti, si deve a un’attività solare intensa, che sta generando anche una terza tempesta e che si deve al fatto che “il Sole sta raggiungendo il massimo dell’attività del ciclo 25, previsto nel 2024”.
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