Un’interrogazione in commissione Finanze chiarisce l’utilizzo dello sconto in fattura e della cessione del credito per il Superbonus. È stata rivolta al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti una richiesta di precisazioni in merito a una sua dichiarazione che aveva generato «accese polemiche tra gli operatori del settore, oltre che ad aggravare l’incertezza sul quadro normativo degli incentivi».
Nel corso della conferenza stampa successiva all’approvazione del bilancio di previsione 2024 e del documento programmatico di bilancio (Dpb), il ministro aveva dichiarato che: «I lavori devono essere completati entro la fine dell’anno se si vuole beneficiare dello sconto in fattura».
Il risultato è stato quello di rallentare e in certi casi addirittura sospendere i lavori, come segnalato dalle associazioni di categoria, in attesa della definizione del testo della prossima legge di bilancio.
«In seguito a questa interrogazione – spiega il data analyst Davide Stasi – sono stati interpellati i competenti uffici dell’Amministrazione finanziaria che hanno chiarito che l’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito è prevista anche per il 2024 purchè in determinate condizioni, ma con aliquota al 70 per cento (non più 110 o 90), come previsto dal decreto Cessioni».
Il decreto-legge numero 11 del 16 febbraio scorso, convertito dalla legge numero 38 dell’11 aprile scorso (cosiddetto «decreto Cessioni») aveva concesso una deroga per gli interventi ammessi al Superbonus per i quali alla data del 16 febbraio scorso risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata-Cila; per gli interventi nei condomini qualora risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori; per gli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici qualora risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.
«Non c’era solo il rischio della chiusura dei cantieri – aggiunge Stasi – ma occorreva rivedere i computi metrici per scongiurare un salasso a carico delle famiglie riguardo ai lavori non ancora terminati al 31 dicembre prossimo. Va ricordato che la spesa media per poter effettuare i lavori di riqualificazione energetica di un singolo appartamento in Puglia è di ben 112.282 euro. Ipotizziamo che in un condominio si raggiungano i primi due Sal (stato di avanzamento lavori) e si effettui la cessione del credito per il 60 per cento. Per terminare le opere previste dal computo metrico, occorre che i proprietari versino il rimanente 40 per cento, di cui il 70 per cento con sconto in fattura e il 30 per cento di tasca propria, però».
«La detrazione – ricorda Stasi – poteva essere richiesta per le spese documentate e sostenute dal primo luglio 2020 al 30 giugno 2022 (nuovo termine introdotto dalla legge di bilancio 2021, comma 66). Successivamente, in primo luogo con la legge di bilancio 2022 (comma 28) e poi con il decreto-legge numero 176 del 2022 (articolo 9) ed infine con la legge di bilancio 2023 (comma 894), la disciplina è stata più volte modificata, rimodulando l’importo della misura, con scadenze differenziate, in base al soggetto beneficiario. I condomini hanno diritto al Superbonus al 110 per cento se hanno inviato la Cilas entro il 31 dicembre 2022 e la delibera assembleare è anteriore al 25 novembre 2022. Il 110 per cento scade a fine anno, poi nel 2024 si scende al 70 per cento e nel 2025 al 65 per cento. I condomini che hanno inviato la Cilas a partire dal primo gennaio 2023 hanno diritto solo al 90 per cento e se la Cilas non è stata inviata entro il 16 febbraio scorso non hanno diritto alla cessione del credito. In Puglia – fa sapere Stasi – sono stati ammessi a detrazione quattro miliardi e mezzo di euro (per la precisione, 4.594.357.229 euro) al fine di incentivare 24.834 cantieri».
In Italia, al 30 settembre scorso, risultavano 430.661 pratiche di riqualificazione energetica con una spesa di 88,2 miliardi di euro. Sono stati 78.260 i lavori condominiali avviati (74,7 per cento già ultimati), che rappresentano il 56,7 per cento del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari e nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono rispettivamente 237.127 (91,5 per cento già realizzati), che rappresentano il 30,7 per cento del totale investimenti e 115.267 (93,7 per cento realizzati che rappresentano il 12,6 per cento degli investimenti). La regione con più lavori avviati è la Lombardia (68.454 edifici per un totale di oltre 16,3 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione), seguita dal Veneto (53.612 interventi e 8,5 miliardi di euro d’investimenti) e dalla Emilia-Romagna (37.852 interventi già avviati e 8 miliardi di euro di investimenti).
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