Alessandro Dipino, segretario provinciale della UGL Metalmeccanici di Taranto

Acciaierie d’Italia: UGL, ‘Passati da azienda bellissima a rischio chiusura’

A distanza di quasi 3 settimane dallo “Steel Commitment 2023”, svoltosi a Taranto il 28 settembre scorso, durante il quale Lucia Morselli, ad di Acciaierie d’Italia, descriveva l’azienda come estremamente competitiva e volta a realizzare investimenti cospicui in ricerca e ambientalizzazione, si contrappone la dichiarazione di Franco Bernabè, presidente di ADI, che in X Commissione delle Attività Produttive della Camera dei Deputati ha manifestato il rischio imminente di un’interruzione della fornitura di gas e che sono necessari circa 100 milioni a titolo di acconto da corrispondere al fornitore per scongiurare questo ennesimo problema, ma che tale pagamento la società non è in grado di sostenere“.

A dichiararlo è Alessandro Dipino, segretario provinciale della UGL Metalmeccanici di Taranto, che aggiunge. Tali dichiarazioni sono sconcertanti, volte ad aumentare la preoccupazione per una imminente chiusura dello stabilimento, oltre a essere un modo per continuare a batter cassa”.

Siamo sempre più preoccupati circa la malagestione dell’azienda nella quale i massimi vertici aziendali rilasciano dichiarazioni diametralmente opposte; 100 milioni che per un’azienda di tale grandezza dovrebbero rappresentare un’inezia, invece costituisconoun ostacolo insormontabile che potrebbe determinare la chiusura della fabbrica, ma, soprattutto, siamo preoccupati e delusi dalla mancanza di provvedimenti seri e rapidi da parte del Governo italiano, che a seguito dell’ultimo incontro a Palazzo Chigi ancora non ha esternato la propria linea di condotta sulla questione dell’ex ILVA, continuando a interloquire con il socio privato pur dichiarando la strategicità del comparto siderurgico. E mentre si minacciano prima l’ipotesi del commissariamento poi quello della liquidazione, che determinerebbe il fallimento anche delle imprese dell’indotto, passa inesorabilmente altro tempo”.

La UGL Metalmeccanici è totalmente convinta che l’attuale socio privato sia totalmente inaffidabile e pericoloso per la salvaguardia degli asset produttivi e occupazionali, anche a seguito della strategia adottata di convogliare tutta la produzione del Laminato a Freddo verso gli stabilimenti di Novi Ligure e Genova, riducendo ancor più la produzione a Taranto che, invece dovrà provare a sopravvivere esclusivamente con la produzione che deriva dall’area a Caldo” prosegue Dipino.

“Continuiamo e continueremo a sostenere l’ipotesi che l’unica strada perseguibile sia l’ingresso in maggioranza dello stato, attraverso INVITALIA, unico socio che sinora ha versato denari in un buco nero, seppur senza mai chiedere conto di dove siano mai finiti queste ingenti risorse economiche, oltre a predisporre un piano di incentivo all’esodo per le migliaia di lavoratori, oramai lasciati senza alcuna prospettiva di sviluppo e obbligati nel limbo della rassegnazione”, conclude Dipino

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