“Lo strumento dello sciopero esprime la sua maggior efficacia qualora sia svolto in maniera organica e condivisa con tutte le organizzazioni sindacali, ognuno spogliandosi dal populismo e dalla volontà di farne esclusivamente una propria vetrina ma con l’obiettivo di accendere i riflettori su una vertenza spinosa che da anni, troppi, colpisce i lavoratori sociali e dell’indotto Acciaierie d’Italia”. Lo dichiara in una nota Alessandro Dipino, segretario provinciale della UGL Metalmeccanici – Taranto.
”È necessario che qualunque forma di protesta si traduca nel lancio di un segnale forte che si levi e si svolga sul territorio sul quale lo stato di disagio occupazionale e sociale affligge i propri cittadini e lavoratori. Solo così sarà possibile richiamare l’attenzione da parte della politica e delle istituzioni che, nonostante i tanti gridi di allarme e di aiuto, continuano a non voler vedere il problema e che presumibilmente saranno obbligati ad intervenire, fornendo una volta per tutte una risposta alle migliaia di lavoratori ed alle loro famiglie, soprattutto attraverso la ricerca di soluzioni condivise con il territorio in merito agli aspetti ambientali e della salute”, aggiunge Dipino.
“Pensiamo sia il caso di interrogarsi tutti, abbandonando i personalismi e costituendo un fronte unico fatto di imprenditori e lavoratori, entrambi abbandonati al proprio destino da istituzioni “poco attente” al problema Taranto ed in generale all’intera situazione di Acciaierie d’Italia. In tutte le occasioni di confronto con le istituzioni, la UGL Metalmeccanici ha sempre manifestato la necessità dell’immediato cambio della Governance attraverso l’ingresso in maggioranza dello stato attraverso INVITALIA, allo scopo di attuare un Piano Industriale serio e concreto che permetta la ripresa della produzione, oramai ai minimi storici anche a seguito delle ultimissime decisioni di “deportare” il verticalizzato a Genova e Novi Ligure”, continua il segretario provinciale della UGL Metalmeccanici – Taranto?
”Questa è l’unica strada percorribile per salvare l’azienda, l’indotto e tutti i lavoratori interessati, nonché attuare un Piano Ambientale ed il tanto ostentato processo di transizione ecologica, di cui però non vi è ancora alcuna traccia. Pertanto, la nostra partecipazione allo sciopero previsto per giorno 20 ottobre p.v. sarà subordinata esclusivamente al raggiungimento di tale condivisione che ritorni a generare fiducia nelle azioni di lotta sindacale che devono avere come obiettivo esclusivamente la tutela dei lavoratori, oramai allo stremo delle forze. Per quanto sopra esposto riteniamo necessario un confronto con tutte le organizzazioni sindacali e datoriali coinvolte, ognuno con un’assunzione di responsabilità delle proprie azioni”, conclude Alessandro Dipino.
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