TARANTO – Una lunga lettera a sancire, quantomeno per il momento, la fine dell’era Massimo Giove a Taranto. Il numero uno dei rossoblù lascia il timone della società: la squadra, da lunedì, sarà in autogestione. Cosa questo significhi non è specificato, ma una dinamica è certa: il disimpegno è frutto di un rapporto ormai saturo tra Giove e il sindaco della città Rinaldo Melucci, quest’ultimo duramente accusato dal presidente rossoblù relativamente alle presunte falle sulla questione stadio.
L’inagibilità dell’impianto, a detta di Giove frutto di lavori approssimativi da parte dell’Amministrazione riguardanti l’impianto, è soltanto il casus belli, ma anche in precedenza il legame tra i due era tutt’altro che idilliaco. Il presidente ionico è stato categorico elogiando i sindaci di Bari e Brindisi e rimprovera a Melucci una scarsa, o meglio, nulla sensibilità all’argomento calcistico: nessun interesse sul futuro strutturale del Taranto visto che lo Iacovone, in vista dei Giochi del Mediterraneo, sarà inutilizzabile per almeno due stagioni.
E come dimenticare lo screzio sui canoni da pagare per usufruire dell’impianto: Melucci, qualche mese fa, fu chiaro tant’è che la licenza d’uso dello stadio, fondamentale per l’iscrizione del Taranto al campionato, fu concessa soltanto dopo il pagamento degli arretrati da parte del club di Giove.
In sintesi, una bomba a orologeria scoppiata nella tarda serata di mercoledì. E tra i tifosi del Taranto, adesso, cresce la preoccupazione.
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