È di 21 morti, tra cui due bambini, e 15 feriti (5 in gravi condizioni) il bilancio definitivo della tragedia che si è consumata a Mestre (Venezia) nella serata di martedì 3 ottobre: un bus, con a bordo un gruppo di turisti stranieri (ucraini, francesi, croati e tedeschi), che rientrava a Marghera dopo essere stato a Venezia, è precipitato dal cavalcavia della Vempa facendo un volo di circa 15 metri. Tra le prime ipotesi dell’incidente un malore dell’autista, un 40enne italiano anche lui tra le vittime. Non ci sarebbe traccia di alcuna frenata. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta. Così Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia: “Un’immane tragedia, disposto il lutto cittadino”.
I quattro feriti più gravi sarebbero tutti maggiorenni, tra i 20 e i 30 anni. Secondo quanto si apprende, tre sono ricoverate in Rianimazione all’ospedale dell’Angelo di Mestre e uno a Dolo. Tra le 21 vittime, sono 7 quelle che hanno già un nome certo. Oltre a queste c’è una donna austriaca che si ritiene sia la mamma di due bambine, di 13 e 3 anni, ricoverate a Treviso, in condizioni non gravi.
Nelle prossime ore saranno analizzate le immagini delle telecamere di sicurezza puntate sul cavalcavia, per capire meglio la dinamica dello schianto.
Dopo essere precipitato, il bus è andato in fiamme, forse generate dall’esplosione del serbatoio che conteneva metano. I vigili urbani parlano di ‘bus elettrico’, dunque il mezzo probabilmente era ibrido. Il bus Ncc nuovo di zecca, noleggiato per un servizio di navetta dal campeggio Hu di Marghera per i suoi ospiti, trasportava una quarantina di turisti.
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