“Il fenomeno delle baby gang a Taranto è in costante escalation. Nella giornata di mercoledì 20 settembre l’ultimo episodio registratosi al rione Tamburi: una signora anziana, infastidita da un gruppo di minorenni, si è scagliata loro contro in una reazione esasperata. Una vicenda che poteva finire in tragedia in entrambi le direzioni. Serve un immediato lavoro di coordinamento istituzionale e di tutte le agenzie sociali del territorio perché anziani e giovani sono a rischio”. È il grido d’allarme lanciato da Paolo Peluso, segretario generale dello SPI CGIL di Taranto, che in questi giorni ha raccolto le denunce di tutti i presidi del sindacato dei pensionati sul territorio di Taranto.
“Nel quartiere Tamburi la questione è esplosiva – continua –, ma dobbiamo evitare di farne un caso di quartiere o di un certo tipo di estrazione sociale. I ragazzi della città stanno vivendo una condizione di grave disagio e il fenomeno non riguarda solo situazioni di marginalità o di affinità con ambienti malavitosi, ma anche ragazzi figli della cosiddetta borghesia che non hanno obiettivi economici ma solo di violenza estemporanea: bullismo e percosse”.
Nell’ambito di un incontro istituzionale, lo SPI CGIL ha evidenziato il problema a Gabriella Ficocelli, assessore ai servizi sociali del Comune di Taranto. “Non abbiamo statistiche giudiziarie perché spesso gli stessi anziani hanno paura di denunciare questi atti di violenza – continua Peluso –, ma è evidente che c’è più di qualcosa che non va e si tratta di una responsabilità collettiva da condividere con tutti i livelli di possibile intervento: le famiglie, la scuola, la chiesa, le istituzioni e le forze dell’ordine”.
Nei prossimi giorni sarà lo stesso SPI CGIL a chiedere un coordinamento di tutte le forze in campo per individuare nuove azioni mirate e sviluppare politiche sociali integrate anche che mettano in relazioni le generazioni vittime e carnefici.
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