TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota di un gruppo di lavoratori della Cittadella della Carità che chiedono l’intervento del nuovo Arcivescovo Ciro Miniero.
Eccellenza,
nell’augurarle una proficua attività pastorale presso la nostra Diocesi, all’indomani del suo insediamento, sentiamo doveroso da parte nostra parlarLe di una questione assai delicata quanto urgente.
Il futuro della Fondazione Cittadella della Carità corre un grave rischio!
Chi le scrive è un gruppo di lavoratori della suddetta Casa di Cura, che nonostante le innumerevoli criticità, rappresenta una realtà sanitaria importante e prestigiosa per tutta la città di Taranto e i territori limitrofi.
Questa Fondazione, vive da tempo innumerevoli difficoltà economiche, frutto di errate scelte gestionali del passato che purtroppo ancora oggi, si riverberano inevitabilmente sulla vita di circa 160 famiglie di lavoratori che instancabilmente e con orgoglio, prestano da anni la propria attività lavorativa con senso del dovere e dedizione.
In più circostanze i lavoratori della Fondazione di Cittadella della Carità hanno sottoscritto atti di conciliazione pur di vedere risollevare le sorti della Casa di Cura, accettando anche un dumping contrattuale, ma nonostante gli sforzi profusi, non siamo riusciti a cambiare le infauste sorti della Cittadella, spesso preda di speculatori o imprenditori privi di scrupoli.
Noi chiediamo solo rispetto, dignità ma soprattutto garanzie lavorative future.
Abbiamo sempre lavorato con orgoglio e dedizione per questa importante Fondazione di cui Lei rappresenta la massima figura istituzionale.
Siamo altresì certi che Lei, potrà ascoltare il nostro grido d’allarme ed intervenire tempestivamente sulle prospettive future della Fondazione che oggi più che mai, sentiamo essere fortemente a rischio!!!
Nella giornata del 15 settembre scorso a seguito di un tavolo sindacale tenutosi presso l’ufficio della Presidenza della Casa di Cura, l’avvocato Salvatore Sibilla ha informato le Organizzazioni Sindacali presenti che nei giorni scorsi il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, ha deliberato la cessione di un ramo d’azienda verso un’altra società, precisando altresì, che rappresentasse l’unico modo per salvare il futuro della Casa di Cura.
Questa dichiarazione ci lascia alquanto perplessi poiché consapevole che una struttura tanto complessa necessita, sicuramente di professionisti esperti della materia e ad oggi non ci è parso vedere nel Consiglio di Amministrazione tale competenze.
Sappiamo bene che cedere un ramo d’azienda e smembrare una struttura sanitaria, frutto di una donazione dei lavoratori dell’ex ILVA, che con carità cristiana aderirono all’illuminato progetto di S.E. Mons. Guglielmo Motolese, appare oggi più che mai, un atto irragionevole e alquanto rischioso per il futuro di tutti noi.
In considerazione di quanto fin qui rappresentato e valutando l’importanza della tematica posta alla Sua attenzione, con la presente, siamo a chiederLe di essere ricevuti in udienza e illustrarLe con dovizia di particolari tutta l’intera vicenda, che a nostro avviso necessita di un suo intervento immediato e risolutivo.
Certi che tale richiesta, potrà trovare un immediato riscontro si porgono i più cordiali saluti.
Taranto, 18 settembre 2023
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