“Anche ieri allo stabilimento Stellantis di Melfi i delegati Fiom Cgil alla linea montaggio hanno dichiarato lo sciopero di tre ore per l’aumento dei carichi di lavoro e la nuova riorganizzazione del lavoro, non condivisa dalla Fiom, che prevede la riduzione degli addetti sulle linee di montaggio. La situazione, visto il crescente numero di trasferisti, sta diventando davvero insostenibile – afferma la segretaria generale della Fiom Basilicata, Giorgia Calamita – per questo chiediamo il rientro dei lavoratori Stellantis nel sito di Melfi. Abbiamo inoltre inviato una richiesta di incontro urgente alla direzione aziendale per affrontare i temi che riguardano le condizioni di lavoro e sicurezza. Sono ormai giorni che i lavoratori scioperano per denunciare le condizioni dei lavori, salute, sicurezza e salario. I delegati confermano la necessità di aprire una vertenza con l’azienda perché non si può fare efficienza sulla pelle dei lavoratori, riducendo l’occupazione. Non si può garantire la produzione aumentando i carichi di lavoro e ricattando i lavoratori sul mantenimento occupazionale. Le trasferte sono dei veri e propri elementi di ricatto. I lavoratori chiedono dignità e rispetto dei propri diritti. Auspichiamo all’incontro con l’azienda si possa giungere a una soluzione.
“Intanto – prosegue Calamita – sta proseguendo la nostra raccolta firme per coinvolgere cittadini e lavoratori sulla vertenza e sostenere la Fiom nella richiesta alla Regione Basilicata di aprire un confronto con sindacati e Stellantis. La lettera, che al momento ha raggiunto un migliaio di sottoscrizioni, è stata già inviata al presidente della Regione Vito Bardi, ma resta aperta per chiunque voglia accompagnarci in questa battaglia. È necessario – aggiunge la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata – che anche il Governo nazionale investa realmente nel settore dell’automotive perché ci sia un rilancio rispetto alla nuova fase di transizione ecologica che è un’opportunità per il Paese. È fondamentale prevedere nuovi investimenti pubblici e privati per realizzare nuovi strumenti di ammortizzatori sociali e di formazione per garantire la tenuta occupazionale e salariale e la sopravvivenza degli stessi stabilimenti industriali”.
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