Inchieste manipolate e usate come merce di scambio e poi archiviate in cambio di denaro: sono accusati di questo un viceprocuratore onorario del Tribunale di Lecce e un avvocato che sono indagati insieme con altre cinque persone con le accuse a vario titolo di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita e concussione.
L’inchiesta, coordinata dalla procura di Potenza è condotta dalla Guardia di Finanza che ha eseguito perquisizioni che hanno toccato varie città, oltre che in Puglia anche in Campania e in provincia di Roma.
A quanto si è appreso, un altro filone d’inchiesta, generato da una intercettazione, sarebbe condotta dalla procura di Benevento.
I due principali indagati sono Antonio Zito, di 57 anni, avvocato residente nella provincia di Taranto che svolge le funzioni di viceprocuratore onorario presso il Tribunale di Lecce, e l’avvocato Giancarlo De Valerio 47, nato a Mesagne (Brindisi) e residente a Manduria (Taranto), iscritto al Foro di Lecce.
L’inchiesta ruota intorno al loro ruolo ed entrambi sarebbero sospettati di aver insabbiato indagini che riguardavano un imprenditore svizzero che avrebbe per questo pagato 12 mila euro, anche lui indagato. Sarebbero coinvolti nell’indagine anche due funzionari dell’Asl di Taranto e un medico della stessa Asl.
L’indagine è stata avviata lo scorso anno sulla scorta di alcune segnalazioni giunte alla Guardia di finanza riguardo a presunti illeciti compiuti dal magistrato onorario che, oltre a svolgere le funzioni di viceprocuratore onorario nella procura di Lecce, dove è stato applicato dopo aver vinto il concorso nel 2022, svolge anche quella di avvocato penalista nel tarantino con studio a Crispiano.
Zito sarebbe coinvolto anche in un’inchiesta parallela aperta dalla procura di Benevento per altri reati, scaturita da alcune intercettazioni emerse dall’indagine della Guardia di finanza nell’ambito di quella lucana. In totale gli indagati nelle due inchieste sarebbero una decina.
Le perquisizioni di mercoledì 6 settembre, durante le quali è stata acquisita documentazione per le indagini, sono state eseguite in varie città, tra cui Lecce, Taranto, Napoli, Benevento e la provincia di Roma.
Non è la prima volta che una inchiesta tocca l’attività giudiziaria a Lecce: nel maggio scorso il magistrato pugliese Pietro Errede, fino a poco tempo prima in servizio al Tribunale salentino e poi a Bologna, era stato messo agli arresti domiciliari con tre commercialisti nell’ambito di una indagine per concussione, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti ed estorsione nel Tribunale fallimentare.
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