ROMA – Mentre dubbi e speranze si inseguono, molte nubi si addensano su Taranto 2026. Il vertice romano per fare il punto sulla situazione sui Giochi del Mediterraneo si conclude con un nulla di fatto. Progetti pronti o quasi, denaro da erogare, ipotesi di dialogo e un definitivo: “ne riparleremo presto”.
Non è stato affrontato, pare, un tema rovente sul quale prima o poi sarà necessario riflettere: i fondi stanziati, circa 150 milioni, saranno sufficienti per garantire l’evento internazionale del 2026?
Il dubbio si fa strada su un terreno già ai limiti della praticabilità, le opere previste dal masterplan oggi hanno un costo decisamente superiore rispetto ai preventivi stilati quattro anni fa. Il dato rischia di diventare presto ufficiale: pare che nessuno abbia ancora messo in conto gli aumenti stratosferici delle materie prime, in particolare dopo la pandemia, una mazzata da 70/80 milioni in più rispetto a quanto era stato previsto nel 2019.
A tutto ciò va aggiunta la voce organizzazione. Va ricordato che tutti i partecipanti, una volta atterrati in Puglia dovranno essere letteralmente adottati dagli organizzatori. Circa seimila atleti, più staff tecnici e accompagnatori vari, si giunge cosi a quasi diecimila persone che dovranno essere ospitate: vitto, alloggio e trasferimenti.
Insomma sarà necessario stanziare più o meno altri cinquanta milioni di euro. Così i noti 150 milioni, sui quali sta ruotando la polemica delle ultime settimane, sarebbero solo la metà delle reali necessità, potrebbero servire circa 300 milioni di euro.
Dunque, la strada appare lunga e i tempi si assottigliano: il rischio c’è e andrebbe valutato attentamente, giugno 2026 non è più così lontano.
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