Tartaruga Caretta Caretta depone uova sulla Litoranea Salentina

Nella notte tra sabato 22 e domenica 23 luglio, una tartaruga Caretta Caretta ha deposto le sue uova su una spiaggia della Litoranea Salentina, tra Torre Ovo e Campomarino, nel tarantino. La parte di spiaggia è stata delimitata da WWF e Guardia Costiera, allertate dalla segnalazione di alcuni cittadini, e rimarrà inaccessibile per almeno 40 giorni, il tempo necessario affinché le uova si schiudano.

LA TARTARUGA CARETTA CARETTA – È la più comune del mar Mediterraneo. Fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo, la specie è diffusa in molti mari del mondo: oltre che negli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico, si può trovare nel mar Nero. Respira con il naso, con la bocca, e con un buco che si trova nella parte anteriore del corpo.

Dopo l’accoppiamento, le femmine attendono qualche giorno in acque calde e poco profonde il momento propizio per deporre le uova lontano dalla presenza di persone, animali, rumori e luci. Giunte con una certa fatica sulla spiaggia depongono fino a 200 uova, grandi come palline da ping pong, disponendole in buche profonde, scavate con le zampe posteriori. Quindi le ricoprono con cura, per garantire una temperatura d’incubazione costante e per nascondere la loro presenza ai predatori. Completata l’operazione, fanno ritorno al mare. È un rito che si può ripetere più volte nella stessa stagione, a intervalli di 10-20 giorni.

Per uscire dal guscio, i piccoli utilizzano una struttura particolare, il “dente da uovo”, che viene riassorbito in un paio di settimane. Usciti dal guscio impiegano dai due ai sette giorni per scavare lo strato di sabbia che sormonta il nido e raggiungere la superficie e, in genere col calare della sera, dirigersi verso il mare.

Solo una piccola parte dei neonati riesce nell’impresa, cadendo spesso vittima dei predatori; di quelli che raggiungono il mare, solo una minima parte riesce a sopravvivere sino all’età adulta. Una volta nell’acqua, nuotano ininterrottamente per oltre 24 ore per allontanarsi dalla costa e raggiungere la piattaforma continentale, dove le correnti concentrano una gran quantità di nutrienti.

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