“Il mio deciso NO alla riapertura della discarica Vergine, in provincia di Taranto, è spiegato nella documentazione che ho inviato all’Amministrazione provinciale riguardante, appunto, l’Istanza di Autorizzazione Integrata Ambientale relativa alla “Riattivazione di una installazione di smaltimento rifiuti non pericolosi, ubicata in località Palombara nel Comune di Taranto”. Lo scrive in una nota Rosa D’Amato, eurodeputata dei Verdi europei.
”Ecco i sei punti essenziali delle osservazioni che ho depositato all’ente competente alla luce della richiesta di Aia avanzata dagli attuali proprietari della discarica Vergine:
1. Incompatibilità con le previsioni del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale pugliese. A valle dell’area oggetto dell’intervento è infatti presente un elemento del reticolo idrografico di connessione della Rete Ecologica Regionale, un bene per cui non possono essere compromessi gli obiettivi di qualità paesaggistica.
2. Incompatibilità con le previsioni del Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia. Il sito oggetto della proposta progettuale ricade infatti in un’area classificata come “Corpi idrici acquiferi calcarei cretacei utilizzati a scopo potabile” ed “Aree vulnerabili alla contaminazione salina” – così come definite nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia – e pertanto non si può compromettere la qualità della risorsa idrica.
3. Incompatibilità con il Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali della Regione Puglia per aree vulnerabili a contaminazione salina. Il sito, ricadendo in aree vulnerabili da contaminazione salina, secondo le previsioni del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Speciali della Puglia, ha un criterio localizzativo “Penalizzante” relativamente alla presenza di discariche.
4. Incompatibilità con il Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali della Regione Puglia per sito potenzialmente contaminato: allo stato attuale, nonostante ci siano stati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, il proponente non ha completato tutte le procedure previste. E ciò esclude la possibilità di realizzare la proposta progettuale
5. Assenza di Valutazione di Impatto Ambientale. Il progetto, che prevedeva la realizzazione di una piattaforma di gestione rifiuti – costituita da tre lotti di discarica e da un impianto di trattamento rifiuti – ha concluso positivamente la procedura di VIA e ha ottenuto parere favorevole alla compatibilità ambientale con Determinazione Dirigenziale n.16 del 18/01/2005 del Settore Ecologia della Regione Puglia. Però, ai sensi del comma 4 dell’art.14 della L.R. 11/2001, i progetti sottoposti a VIA devono essere realizzati entro cinque anni dalla data di pubblicazione del provvedimento di VIA. Trascorso questo periodo, la procedura di VIA deve essere reiterata, salvo che non sia concessa proroga dall’autorità amministrativa che ha emanato il provvedimento.
6. Incompatibilità con le previsioni del Decreto 36/2003. Il il punto 2.1 dell’Allegato 1 del D.Lgs.36/2003 indica che la discarica può essere autorizzata solo se le caratteristiche del luogo, o le misure correttive da adottare, indichino che non costituisca un grave rischio ambientale e per la salute umana e non pregiudichi le esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio; in aggiunta, è prescritto che per ciascun sito di ubicazione devono essere esaminate le condizioni locali di accettabilità dell’impianto nel contesto territoriale in relazione alla distanza dai centri abitati. Il sito è stato già oggetto di criticità ambientali e superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione e questo esclude la possibilità di emettere un parere favorevole alla realizzazione della proposta progettuale”, conclude Rosa D’Amato, eurodeputata dei Verdi europei.
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