«Si affittano case, ma non ai negri». Il cartello è affisso sul portone di una casa sfitta; si trova nel centro storico di Martina Franca, in una parallela del corso principale frequentato in queste settimane da tanti turisti e avventori, ma potrebbe trovarsi in qualsiasi delle nostre città.
La segnalazione del cartello shock è arrivata da un gruppo di studenti rimasti indignati della frase riportata su quel cartello. Sono loro il simbolo di un futuro diverso, fatto di integrazione e uguaglianza. In queste ore abbiamo voluto verificare e abbiamo constatato che quella frase è stata cancellata con un pennarello. Vuol dire che qualcuno prima di noi ha fatto notare il vergognoso utilizzo della parola “negro”.
Per carità, ognuno affitta i propri immobili a chi vuole, sia chiaro. Discriminare sulla base del colore della pelle però è inaccettabile, sottolineato in più da aggettivi dispregiativi come “negro”.
Un cartello che riporta la mente indietro nel tempo, al periodo in cui i discriminati erano i “negri” insieme agli ebrei. Senza dimenticare altre tipologie di discriminazioni, per esempio quelle riservate ai meridionali.
Sono espressioni che vanno stigmatizzate e storture culturali che vanno condannate, soprattutto oggi, in un’epoca in cui abbiamo scoperto che l’integrazione e la diversità razziale rappresentano un valore, oltre che una ricchezza.
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