La scintilla che ha fatto deflagrare il caso Forza Italia in Puglia è stata l’elezione, avvenuta ieri (martedì 27 giugno), del segretario del Consiglio regionale, ma sotto la cenere covavano da tempo frizioni che adesso, con la scomparsa di Silvio Berlusconi, stanno venendo a galla. Da una parte la corrente che segue il coordinatore nazionale Antonio Tajani, dall’altra quella della senatrice Licia Ronzulli.
È un tutti contro tutti, con richieste di dimissioni che si susseguono a ritmo frenetico: tutta colpa della scelta del segretario d’Aula ricaduta su Napoleone Cera anziché su Paolo Dell’Erba, come avrebbe voluto il coordinatore regionale, il parlamentare brindisino Mauro D’Attis.
Nella mattinata di mercoledì 28 giugno, i primi a chiedere il commissariamento del partito pugliese, guidato da D’Attis, vicino a Tajani, sono stati il capogruppo in Consiglio regionale, Paride Mazzotta, e il consigliere regionale Napoleone Cera, questi ultimi più legati a Ronzulli e al viceministro Francesco Paolo Sisto.
“Ieri siamo arrivati in Aula – ha attaccato Mazzotta – e abbiamo saputo dai nostri colleghi che era arrivata una lettera da parte del coordinatore regionale di Forza Italia indirizzata ai coordinatori degli altri partiti per dire che l’indicazione del voto era su Paolo Dell’Erba. Nulla contro Dell’Erba, ma le scelte del gruppo si fanno all’interno dello stesso e non si cerca di estromettere parte del partito andando a chiedere soccorso ad altri”.
Non si è fatta attendere la replica piccata, per bocca degli altri due consiglieri regionali, Massimiliano Di Cuia e Paolo Dell’Erba, vicini a D’Attis e Tajani: “Chiediamo le dimissioni del capogruppo di Forza Italia perché è evidente che non rappresenti più tutto il nostro gruppo consiliare. Non solo: Mazzotta e Cera hanno chiesto il soccorso di Emiliano, prendendo i voti del centrosinistra determinanti per Cera che, diversamente, non sarebbe stato eletto segretario d’Aula. A questi inciuci Forza Italia è sempre stata allergica”.
I due tirano in ballo anche Sisto: “La verità è che il viceministro Sisto ha irrorato, scavalcando il coordinatore regionale D’Attis, la candidatura di Cera, strumentale a creare lo scontro e poi la spaccatura”. L’unità del partito traballa.
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