Voce androgina declinata in versione black, Marco D’Ippolito, ragazzone nato e cresciuto nel quartiere Salinella si Taranto, si fa chiamare Macro per l’aspetto fisico e la dimensione del suo cantare.
A ventisei anni ha raggiunto la maturità per il debutto discografico. L’album con cui compie l’esordio da indipendente s’intitola «Macrocosmo», perché chi l’ascolta può riconoscere in questo progetto l’armonia di un universo personale che sfida le mode e qualsiasi conformismo.
Sostenuto dalla «Programmazione Puglia Sounds Records 2023», il disco esce in supporto fisico e sulle piattaforme digitali il 27 maggio per la Love University Records di Francesco «Don Ciccio» Grassi, dj e producer tra i pionieri della musica reggae in Italia e scout della vocalist Mama Marjas.
Il 28 maggio, alle 21.00, verrà presentato in versione dj set a Spazioporto di Taranto, dove l’artista tornerà il 15 giugno in occasione del Medimex in un apposito showcase.
«Macrocosmo» contiene 9:canzoni, cinque cantate in inglese, le altre in italiano, «la lingua con cui mi confronterò sempre di più in futuro», spiega Macro nel suo modo di parlare fatto di lunghe pause di riflessione. Con quest’esordio l’artista pugliese ha voluto rimarcare il proprio amore per il soul e celebrare anche la new disco, il funk e la garage house britannica.
Tra i riferimenti molte voci iconiche femminili della black music, ma anche del pop internazionale e della canzone italiana. «Il mio modello rimane Whitney Houston, ma amo tantissimo anche Mariah Carey, Aretha Franklin, Sam Smith, Adele, Céline Dion, Beyoncé e, tra gli italiani, Giorgia, Madame e Mahmood», spiega.
L’album, che si apre con una canzone molto «smooth», la delicatissima «Better Know Me», annovera per il brano «Bravo Uaglione» un ospite d’eccezione: Blackson, il talentuoso rapper veronese di origini ghanesi residente da diversi anni a Londra.
Oltre a Mama Marjas, autrice di tutti i cori, nel disco figura un team di artisti: il bassista Camillo Pace e il cantautore Cristiano Cosa oltre allo stesso Don Ciccio, presente accanto a Macro anche nel video del singolo «Don’t Stop the Party» (disponibile al link https://youtu.be/-Lgbh02Rh-0), con cui l’album è stato lanciato lo scorso 12 maggio.
Un video firmato dall’artista bolognese Hansy Lumen, al secolo Federico Ajello, che col supporto del filmmaker tarantino Edoardo Ladiana ha realizzato, diretto e montato la clip che fa danzare due scatenatissimi e coloratissimi yeti, i Mochos Viledas.
Talento naturale e timbro inconfondibile con una voce soul da soprano pop, Macro rivendica il proprio spirito libero e non dimentica la storia complicata che si è lasciato alle spalle, dopo una fase difficile durata cinque, durissimi anni.
«La musica mi ha fatto sperare, ma mi ha tolto anche tante lacrime. Alla fine mi ha aiutato a riprendere in mano la vita”, racconta l’artista, che lo scorso anno ha fatto il proprio debutto assoluto col brano «I Feel Like Dancing» presentato all’Uno Maggio di Taranto davanti a 30mila persone e con un video che ha registraro oltre 50mila visualizzazioni.
Il brano è stato inserito in quest’album che con «È già da un po’», «Amo’», «Money Maker», «Tu mi piaci» e «My Way» spazia dal soul al r’n’b sempre all’insegna del clubbing.
Tutte le musiche sono prodotte da Don Ciccio (tranne «Bravo Uaglione», firmata da Mattia Grassi, e «My Way», scritta da Romeo Marchi, cui si deve anche il mixaggio del disco). Le linee di basso sono di Camillo Pace, i testi di Don Ciccio e Cristiano Cosa.
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