BARI – A pochi giorni dal termine della stagione regolare, il direttore sportivo del Bari Ciro Polito ha fatto il punto in casa biancorossa: «Ci tenevo ad essere presente perché ogni tanto è giusto che il popolo biancorosso senta la voce della società e la mia voce. Siamo alla fine della regalar season, ma abbiamo un risultato ormai acquisito, quello della terza posizione».
TERZO POSTO – «Finita la regular season e poi andremo ad affrontare quei play-off, a cui tutti teniamo. Io vorrei precisare una cosa, è stato detto tante volte che siamo una neo-promossa ma ormai il quadro è chiaro. Questa è una squadra forte e lo abbiamo dimostrato in un campionato difficile, con diciassette squadre dietro. Non voglio parlare di miracolo, ma per me è un’impresa veramente importante. Dobbiamo cercare di portare quella Serie A, che tanto manca e tanto merita».
ACCOSTAMENTO A NAPOLI E FUTURO – «Sono una persona che guarda sempre il presente, non il futuro. Che il mio nome sia accostato al Napoli è un motivo d’orgoglio, a me personalmente non è stato detto nulla. Io sono concentrato solo sull’obiettivo, voglio riportare la Serie A a Bari»
PROGETTO BARI – «Neo sappiamo che la nostra situazione è sempre a limite. La nostra proprietà, in caso di Serie A, dovrebbe lasciare. Ma sono sicuro che a prescindere da questo ci sia un futuro roseo, a prescindere dalla categoria. Questa proprietà ha dimostrato di essere forte, con i fatti e non con le chiacchiere
PESCARE DALLA SERIE C – «Io non voglio dare consigli ai miei colleghi, bisogna avere solo un po’ di coraggio. I nomi servono più alle piazze e meno poi ai risultati».
RIMPIANTI – «Nella mia vita sono abituato a fare e non a dire. Tutti possono avere dei rimorsi, ma credo che tutti alla fine abbiamo quello che abbiamo meritato, è ciò che abbiamo sempre detto. Pensare al passato per me è da perdenti. Bisogna sempre guardare avanti, senza guardare il capro espiatorio. Ora ci dobbiamo stringere e guardare all’obiettivo Serie A»
ORGOGLIO IN QUESTO PERCORSO – Ciò che mi rende più orgoglioso è vedere 52 mila persone allo stadio. Essere nei primi 10 d’Europa, sta a voi giudicare il mio operato ma io sono molto soddisfatto. Pronto per la Serie A? Sono pronto a livello umano, innanzitutto. Io nelle sfide mi ci sono sempre buttato, questo è ciò che conta. Ho dimostrato in tutte le categorie di saper accettare quelli che sono i percorsi
MESSAGGIO – «Io sono qui per dire che vogliamo andare in Serie A, che ci proveremo fino alla fine. Io voglio raggiungere la Serie A con questa squadra, con questi ragazzi. E mi arrabbio se qualcuno pensa il contrario».
RUMOREGGIARE DELLA PIAZZA – «Quando sei in una piazza importante, devi aspettarti il rumoreggiare della piazza. Fa parte di un percorso anche di un calciatore quello di sentire un peso della città. Sono pagati per questo e non ci sono problemi».
AVVERSARI PLAY-OFF – «I play-off sono talmente strani che è difficile fare una previsione sui play-off. Faccio fatica a dire chi vorrei incontrare. È più quello che dobbiamo avere noi. Per me nei play-off non ci sono favoriti. Errori da non fare? Non bisogna calare l’attenzione. Abbiamo fatto pochi gol su calci da fermo, quindi magari ai play-off spero che ne riusciamo a fare qualcuno in più».
CONDIZIONI PER RIMANERE A BARI? – «È normale che ci sederemo a fine del campionato per capire. Io qui mi sento a casa, ma quello che dico è che alzare l’asticella vuol dire centrare la promozione. Sono un ambizioso, come la proprietà. Quindi alla fine ci si sederà un tavolo e bisognerà comprendere il futuro di tutti».
INFORTUNIO PUCINO – «A parte il rapporto con Pucino, io mi lego ad ogni mio giocatore. Raffaele ha già avuto un trascorso con me, sono molto legato a lui. Vi posso garantire che un giocatore di affidabilità, ci mancherà.
GIOCATORI IN SCADENZA – «Rimandati tutti i discorsi alla fine. Quando arriveremo alla fine, si tirerà una linea».
MOMENTO DIFFICILE – «Forse quella partita con il Perugia, loro eravamo un po’ scarichi e loro al top. Ma questa squadra non ha subito con nessuno, il nostro punto di forza è stata la continuità».
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