ANDRIA – I loro mariti, i capi clan, sono in carcere da più di venti anni e così a gestire le piazze di spaccio, a impartire gli ordini e a fare i prezzi della droga erano le loro mogli insieme a una terza donna. Scacco al clan Pistillo di Andria. I carabinieri del comando provinciale di bari, insieme ai colleghi della Bat, hanno raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere venti persone tra la città federiciana, Canosa, Bari e l’Albania. Tra queste figurano le tre donne, tutte under 40: la 37enne Isabella Ciccolella e la 40enne Nunzia Sinisi (rispettivamente moglie dei capi clan Michele e Francesco Pistillo), e la 39enne Vincenza Orlando, figura di spicco nella gestione del traffico di droga. A dare il via al l’indagine, che conta 25 indagati, l’ordigno piazzato e fatto scoppiare, sotto l’auto di un vicebrigadiere dei carabinieri di Ruvo di Puglia, nel febbraio del 2020. In due anni di indagini è emerso che il clan utilizzava la forza dell’intimidazione – anche con armi ed esplosivi – per imporsi sul territorio contro il gruppo criminale rivale, quello dei Pastore, e contro chi decideva di collaborare con la giustizia. Una struttura gerarchicamente articolata, composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti, che grazie al controllo del territorio riusciva a gestire il mercato degli stupefacenti, ricorrendo alla violenza e all’utilizzo di armi e munizioni. Di qui, l’aggravante mafiosa. Sequestrati in totale più di tre chili di tritolo, sei pistole, un fucile semiautomatico, circa 500 munizioni, nonché 24 chili di marijuana, 15 di hashish e uno di cocaina.
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