“Rabbia e sdegno”. Sono queste le parole e i sentimenti suscitati in Benedetto Accogli, presidente di CIA Agricoltori Salento e vicepresidente regionale di CIA Puglia, alle ultime dichiarazioni di Michele Emiliano sulla questione Xylella.
“Fa rabbia che il governatore della regione, alle bugie dette in 10 anni sulla tragedia che ha colpito prima l’area salentina, poi quelle di Brindisi e Taranto, fino ad approdare minacciosamente alle porte di Bari, sostenga due cose false e offensive: vale a dire che il batterio che ha distrutto quasi 22 milioni di olivi sia stato fermato e che, tutto sommato, siccome la ‘vera olivicoltura’ si colloca da Bari in su – così ha detto Emiliano senza vergogna -, il danno è stato limitato e contenuto. Tutto questo costituisce una colossale menzogna e un’offesa senza ritegno a tutti quegli olivicoltori, frantoiani, agricoltori, lavoratrici e lavoratori del settore olivicolo che, in 10 anni, hanno perso tutto”, ha dichiarato Accogli.
“Per Emiliano, che prese posizioni demagogiche e sbagliate quando ancora la circolazione del batterio era limitata e poteva essere veramente fermata, aver perso il 30% del potenziale produttivo olivicolo regionale e aver visto letteralmente bruciare 22 milioni di olivi, appare come qualcosa che dobbiamo lasciarci alle spalle, tanto la vera olivicoltura è da un’altra parte”, ha aggiunto il presidente di CIA Agricoltori Salento.
“Come vicepresidente di CIA Agricoltori Puglia, come cittadino e imprenditore agricolo del Salento, sento di rivolgere un appello ai parlamentari, agli assessori e consiglieri regionali, ai sindaci dei territori colpiti dalla Xylella che continuano a veder piangere lacrime di rabbia agli imprenditori olivicoli: risvegliate Emiliano dal suo ‘sonno di gloria’, restituite un po’ di verità a questa farsa vergognosa e offensiva, impegnatevi tutti, assieme a noi, al fianco degli olivicoltori, affinché la questione Xylella venga affrontata seriamente e sia tolta dalle mani di chi minimizza, mortifica il Salento e mette a rischio con la propria superficialità il futuro di tutta l’olivicoltura pugliese, compresa quella barese. Gli olivicoltori delle province di Lecce, Brindisi, Taranto e quelli degli altri territori colpiti dalla Xylella hanno il diritto di costruire ancora il proprio futuro e quello dell’olivicoltura pugliese. Il governatore Emiliano non può metterci tra parentesi. Si vergogni, chieda scusa e lavori per risolvere il problema invece di nasconderlo come la polvere sotto un tappeto di bugie”.
“Naturalmente”, ha aggiunto Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, “condivido punto per punto lo sdegno, la rabbia e l’analisi di Benedetto Accogli. Che la Xylella sia stata fermata è una colossale e pericolosissima bugia: il batterio è arrivato alle porte di Bari. L’olivicoltura salentina e, più in generale, quella di gran parte del sud della Puglia, non può essere derubricata a fatto marginale, è una follia, va invece aiutata e sostenuta con forza, accelerando quel processo di rigenerazione, eradicazione e reimpianto che l’atteggiamento di Emiliano, in questi anni, ha reso macchinoso, lento, inefficiente”.
A questo proposito, mercoledì 3 maggio, a Roma, nella sede del Masaf, Gennaro Sicolo ha incontrato nuovamente il sottosegretario di Stato all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra. “Al Governo”, ha spiegato Sicolo, “chiediamo un nuovo Piano Olivicolo Nazionale che parta dalla Puglia; la nomina di un Commissario Straordinario con poteri e risorse per affrontare la tragedia Xylella; l’erogazione di fondi destinati a una forte accelerazione dei reimpianti. Ciò che è successo nel sud della Puglia è spaventoso, in 10 anni si è passati da un’area di 25mila ettari colpita dal batterio agli attuali 750mila ettari, con 22milioni di piante d’olivo completamente ‘bruciate’ dalla Xylella, che avanza 10 chilometri l’anno. O riusciamo a fermarla oppure vedremo azzerare la nostra olivicoltura e, con essa, un’intera economia. La seconda ipotesi non è accettabile”, ha proseguito Sicolo, “per questo occorre una svolta, ed è necessario attivarla subito, con azioni concrete e un’accelerazione decisiva. Se facciamo passare ancora del tempo, non avremo più un settore olivicolo”.
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