BRESCIA – Michele Cianci torna in libertà. Revocati gli arresti domiciliari comminati a settembre all’ex amministratore unico di Barsa SpA, la società di servizi ambientali di Barletta. L’avvocato si era dimesso dalla carica della municipalizzata dopo il coinvolgimento in un’inchiesta sul dark web, nella quale svolgeva il ruolo di difensore di un imputato andando però, secondo gli inquirenti, oltre le sue mansioni legali.
La Procura di Brescia, titolare delle indagini sull’inchiesta, ha accolto l’istanza degli avvocati di Cianci, Claudio Cioce e Giovanbattista Scalvi. Dalle motivazioni sarebbe emerso un ruolo marginale e ininfluente dell’ex amministratore unico di Barsa, nonché un coinvolgimento in fatti ormai datati nel tempo.
L’accusa mossa inizialmente a carico di Cianci è quella di concorso esterno in associazione a delinquere, finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti attraverso piattaforme online. L’avvocato, secondo le indagini degli inquirenti, avrebbe svolto un ruolo più addentrato rispetto ad una semplice difesa legale. Spetterà adesso alla Cassazione esprimersi in merito alla competenza della Procura di Brescia, in base ad un’istanza di incompatibilità presentata dai legali.
«Sono stati mesi di grande sofferenza – ha comunicato Cianci durante il ritorno da Brescia – ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini e che hanno creduto nel corso della giustizia come ho sempre fatto anch’io, nel privato e nella mia professione».
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