Il rapporto con Morachioli, che ha fatto la sua incursione anche in conferenza stampa, in dodici mesi è passato dalla salvezza in C al sogno Serie A. Leonardo Benedetti ha parlato così in conferenza stampa.
Titolare: “Felice del mio percorso, sono felice di essere venuto a Bari. Era uno step importante della mia carriera. Sono felice di quanto sto facendo con la squadra. Non mi sento un predestinato ma un ragazzo che crede nel lavoro. E’ ancora presto però”.
Duttilità tattica: “Sono ruoli che avevo già ricoperto in passato, però è chiaro che in un certo tipo di contesto, aiutato dall’ambiente positivo che si è creato è più facile dimostrare quello che si sa fare”.
Centrocampo a due: “Giocando in quel modo bisogna cercare più equilibrio tra i due centrocampisti centrali. Morachioli ci da una grossa mano. In quel ruolo lì penso più ad attaccare
Morachioli: “Ci conosciamo da quando eravamo bambini. E’ un fratello per me. Sono contentissimo di come ha approcciato questo ambiente. Sta dimostrando il suo valore che già conoscevo. E’ un ragazzo con cui passo molto tempo fuori dal campo e in campo c’è un’intesa particolare. Ci sono tantissimi aneddoti che non basterebbe una conferenza. Da La Spezia facciamo parte del solito gruppo. Oltre che la conoscenza c’è un amicizia forte”.
Gol: “I miei obiettivi personali sono importanti, si uniscono a quelli della squadra. Vorrei migliorare il mio score, ma viene prima il noi”.
18 volte su 19 titolare dopo Cittadella. Cosa è scattato?: “Nella prima parte di stagione avevo trovato meno spazio. Ero convinto di poter dare di più e a Cittadella mi sono trovato nella situazione di poter dimostrare il mio valore. Contro il Pisa in casa sono entrato con una testa diversa, poi a Cittadella è cambiato qualcosa”.
Samp o Bari: “E’ una domanda difficile, me l’aspettavo, però al momento è troppo importante la prossima partita e non voglio pensare oltre. Stiamo facendo qualcosa di incredibile ma possiamo fare qualcosa di straordinario”.
Entra Morachioli e gli chiede: “Com’è giocare in ciabatte?”: “In infradito il livello di difficoltà è maggiore, ci vuole un certo tipo di qualità. Mi trovo bene e ti sto facendo vivere un sogno dentro e fuori dal campo”.
Cittadella si gioca tutto: “Nel momento in cui siamo le motivazioni sono altissime. Non è difficile mantenere la concentrazione. L’avversario si giocherà la vita per potersi salvare
Un anno fa: “Con l’Imolese ci siamo salvati tra mille difficoltà. Ho fatto un percorso importante in dodici mesi. Giocare a Bari è un’emozione incredibile, davanti a questo pubblico. Il numero 80 mi piace. Volevo l’8 ma era occupato e ho virato sull’80”.
Contributo da chi ha fatto la C: “Noi giovani ci siamo fatti trovare pronti. Siamo stati aiutati e gestiti bene dal mister, è importante avere compagni esperti che ti fanno crescere. In Italia ci sono tanti giovani forti anche in C. Ci sono giovani molto forti che bisogna saper gestire e saper crescere”.
Spezzini in esilio: “Ci sentiamo il sangue spezzino, siamo tutti ragazzi che giocano a calcio, è bello perché abbiamo stessi giorni liberi e stesse vacanze, ci troviamo in estate. E’ una bella soddisfazione per La Spezia. Loro hanno fatto altre scelte, ma è importante arrivare”.
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