Mirco Antenucci, attaccante del Bari, si racconta in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:
GENOA – “Mancano cinque partite alla fine. Può sembrare scontato ma dobbiamo affrontare una partita dopo l’altra, senza fare troppi progetti. Psicologicamente e fisicamente noi stiamo bene, non so gli altri come stanno. Genoa? Non abbiamo mai pensato ad altre squadre, sia l’anno scorso che quest’anno. Non mi interessa fare polemiche, ma sicuramente una squadra retrocessa ha più pressione rispetto a una squadra appena promossa dalla Lega Pro. Loro sono forti, hanno sei punti di vantaggio e sono la squadra da battere”.
ULTIME DIECI PARTITE – “Quando arrivi nelle ultime dieci partite inizia un altro mini campionato: i punti pesano di più, le squadre si scoprono di meno e le partite sono più difficili”.
ABBONDANZA OFFENSIVA – “Siamo tanti in avanti, il mister ha diverse soluzioni e di volta in volta sceglie la migliore dal suo punto di vista. Noi cerchiamo di metterci in difficoltà l’uno con l’altro, poi è chiaro che ognuno di noi ha voglia di giocare e di essere protagonista, ma sempre con rispetto per l’altro e per il bene del Bari”.
RESPONSABILITA’ – “Le responsabilità ce le hanno tutti i professionisti. Noi vogliamo dare più soddisfazioni possibili a Bari e alla società, non so cosa succederà ma siamo orgogliosi del percorso fatto. Di certo, però, non molliamo adesso”.
IL 4-4-2 DEI SECONDI TEMPI – “E’ normale che nel secondo tempo le partite cambiano un po’ perché ci sono più spazi, è normale trovare qualche giocata in più. Giocando con due esterni larghi hai più ampiezza, hai uno sfogo diverso rispetto a quando giochi con il 4-3-1-2”.
DI CESARE – “Valerio è il simbolo di questa squadra, di questa società: è venuto qui in Serie D lasciando in Serie A e quest’anno sta facendo bene. Il limite non è nell’età ma nella testa, lui è l’esempio lampante di questo”.
CHEDDIRA – “Son contento perché Cheddira ha dimostrato di poterci stare alla grande in B, ha fatto molto bene. Di qui alla fine però dobbiamo cercare di migliorarci ancora”.
DIRETTORE SPORTIVO – “Tanti anni non so se continuerò, ma vorrei onestamente proseguire ad ora. Probabilmente quella da ds sarà la mia strada, è importante iniziare ad informarsi su quello che c’è oltre il calcio giocato. Senza assilli, perché bisogna focalizzarsi sul presente. Polito interpreta quel ruolo molto bene, noi siamo molto diversi a livello caratteriale, ma i risultati ottenuti qui a Bari parlano per lui”.
DOPPIO SALTO – “Quattro anni fa presi una scelta coraggiosa ma intrapresi la sfida più stimolante della carriera: sarei venuto in C solo per il Bari, lo penso per davvero. Immaginavo questo dal primo giorno, immaginavo di poterci giocare il doppio salto. Ci proveremo, daremo battaglia fino alla fine”.
IL FUTURO – “Non credo nella riconoscenza nel calcio, non mi interessa neanche, sono stato più volte scottato in passato. Se uno rimane in un posto è perché lo merita, perché può dare una mano. Non nego che sarei felice e onorato di rimanere qui a Bari”.
MIGNANI – “E’ migliorata la squadra ma è migliorato anche il mister, è normale. I risultati ti aiutano a crescere di più, l’ho visto cresciuto rispetto allo scorso anno”.
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