Otto telefoni cellulari di “piccolissime dimensioni” sono stati scoperti dagli agenti penitenziari nel reparto di alta sicurezza della casa circondariale di Taranto. I telefonini sono stati trovati durante una perquisizione straordinaria.
NOTA DEL SAPPE: “Ormai possiamo dire senza paura di smentita che le carceri Italiane rappresentano un buon affare per le compagnie telefoniche, considerato che non passa giorno senza il sequestro di centinaia di telefonini su tutto il territorio nazionale”. Lo scrive, in una nota, Federico Pilagatti, segretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria.
”Purtroppo per la proporzione dei numeri possiamo immaginare come tantissimi altri (che non si riesce a sequestrare) vengono utilizzati regolarmente dai detenuti per dirigere i loro affari dal carcere, oppure per divertirsi su tik tok – continua -. Così nell’Italia delle chiacchiere sul 41 bis (vedi caso Cospito) dove si ritiene di vitale importanza evitare solo a qualche centinaia di mafiosi, camorristi, ndranghetisti, qualsiasi comunicazione all’esterno si consente a tanti boss molto pericolosi (AS1, AS2, AS3 i più temibili) di dare disposizioni dal carcere per continuare a controllare il loro territorio”.
”Ed è quello avvenuto a Taranto durante una perquisizione in alcune stanze della seconda sezione, (in cui sono ristretti proprio i detenuti ad alta sicurezza), che sono stati sequestrati ben 8 telefonini, alcuni dotati di scheda sim. Tutto ciò fa seguito ad altri ingenti sequestri di telefonini avvenuti nelle carceri di Lecce, Foggia, Trani, Brindisi, Bari ecc.ecc”.
”Qualcuno potrebbe anche meravigliarsi per l’ingresso di tanto materiale proibito in carcere, ma vogliamo ricordare che proprio a Taranto sono stati rinvenuti due droni caduti prima di portare droga e telefonini a destinazione(possiamo immaginare invece quanti facciano bene il loro servizio), e nonostante ciò nessuno dell’amministrazione penitenziaria si è minimamente preoccupato”, aggiunge Federico Pilagatti.
”Vogliamo sperare che al DAP non pensino di dare in gestione ad amazon(visto che sono più efficienti) il servizio di consegna in carcere del materiale proibito! Da tempo chiediamo il perché non si utilizza la tecnologia (Jammer per esempio) per bloccare i droni e le comunicazioni telefoniche….. senza risposte. Peraltro, il carcere di Taranto, il più affollato della nazione, deve scontare anche una gravissima carenza organica, con una presenza di poliziotti che in proporzione è la metà della media nazionale(0,35 per detenuto) a fronte di 0,66”, sottolinea il segretario regionale del Sappe.
”Nonostante ciò. quei poliziotti con il loro coraggio e professionalità riescono a ottenere risultati eccezionali tra tanti sacrifici e privazioni che nessun lavoratore vorrebbe mai affrontare, anche perché l’amministrazione penitenziaria li ha lasciati soli e senza alcuna sicurezza nei reparti detentivi in balia dei detenuti più violenti”.
“Il SAPPE non si stancherà mai di denunciare i responsabili di tutto ciò, a partire dal ministro della giustizia e i vertici del DAP che chiudono gli occhi su quello che accade a Taranto. Abbiamo notizia che non si contano più le numerose comunicazioni disperate che i vertici del Carcere di Taranto trasmettono in continuazione ai responsabili regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria rappresentando la gravità della situazione che in mancanza di interventi concreti, potrebbe causare eventi irreparabili”.
”Il SAPPE deve anche constatare che chi potrebbe evitare la degenerazione della situazione, nonostante il nostro accorato appello, non è intervenuto in maniera decisiva; parliamo della magistratura e delle prefettura . Questa organizzazione sindacale è molto preoccupata, poichè ritiene che se non si ferma questa corsa al massacro tanti innocenti ne pagheranno le conseguenze”, conclude Federico Pilagatti, segretario regionale del Sappe.
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