BRINDISI – Dichiarando il falso, avrebbero percepito indebitamente il reddito di cittadinanza per una presunta truffa che, nel complesso, supera il milione di euro. In tutto, sono 136 i furbetti scoperti dalla Guardia di Finanza di Brindisi, tra cui anche detenuti in carcere.
Furbetti del Reddito di Cittadinanza: i controlli della Gdf
Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle del comando provinciale hanno interessato numerosissimi “target” selezionati all’esito di specifiche analisi di rischio, oppure emergenti da mirate attività info-investigative svolte dai Reparti del Corpo della provincia brindisina, con l’ausilio del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma e di concerto con l’INPS. All’esito delle indagini, implementate anche attraverso la valorizzazione degli elementi emersi dalla consultazione delle banche dati in uso al Corpo, sono state rilevate 136 posizioni irregolari di cui 127 sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Brindisi, accertando complessivamente indebite percezioni per oltre 1,3 milioni di euro. Tali beneficiari, infatti, avrebbero attestato falsamente nelle istanze di accesso il possesso dei requisiti previsti dalla normativa in vigore, ovvero omesso di dichiarare informazioni obbligatorie. Tra le principali presunte violazioni riscontrate sarebbe stato accertato in capo ai percettori, lo stato di detenzione presso Case Circondariali, variazioni dei redditi intervenuti a seguito dell’istanza, false informazioni relative alla composizione dei nuclei familiari conviventi e l’insussistenza della residenza in Italia. Alcune irregolarità sono state rilevate all’esito dei numerosi controlli in materia di sommerso da lavoro che vengono quotidianamente svolti dalla Guardia di Finanza nella provincia. I casi individuati sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria e all’I.N.P.S. per i provvedimenti di competenza (recupero delle somme indebitamente percepite e/o decadenza del beneficio). La responsabilità degli indagati, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva. L’azione del Corpo è indirizzata al contrasto dei fenomeni che, come nel caso dell’accesso ai benefici assistenziali da parte di chi non ne ha titolo, presentano un elevato disvalore sociale ed economico in quanto generano un danno immediato alle casse pubbliche sottraendo risorse a coloro che ne hanno realmente necessità.
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