“Il territorio jonico continua ad essere sotto assedio di una azienda che non pone in alcun rilievo il rispetto dell’ambiente e della salute umana, mentre la comunità tarantina attende ancora dal suo primo cittadino quel moto di orgogliosa appartenenza che dovrebbe vederlo schierato dalla parte di chi soffre e non di chi crea sofferenza”.
Lo sottolinea l’associazione ‘Genitori Tarantini’ in una lettera aperta al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci in relazione alle emissioni dello stabilimento siderurgico ex Ilva. “Lei – aggiunge l’associazione – segue l’attuale governo, ne accetta i decreti trincerandosi dietro un’alzata di spalle che lascia intendere l’incapacità di poter agire in favore del suo popolo”.
Il movimento di genitori rammenta che “si sente parlare di forni elettrici (non immuni da emissioni inquinanti) per due milioni di tonnellate/anno di acciaio da affiancare alla attuale produzione a carbone, della quale si prevede il raddoppio fino a sei milioni di tonnellate/anno, per un totale di otto milioni di tonnellate. Si fantastica su una produzione di acciaio con l’utilizzo di idrogeno green, tacendo sui costi altissimi, e quindi improponibili, che tale tipo di procedimento comporta, si propone un impianto di rigassificazione per tenere in piedi la falsa idea della produzione a gas”, e “si tace sulla drastica riduzione del personale impiegato in azienda che si ritroverebbe escluso anche dall’alternativa che Taranto dovrebbe perseguire: chiusura, bonifica dei terreni inquinati e restituzione di questi ai comuni di pertinenza”.
Per quale motivo, chiede inoltre l’associazione al sindaco, “non ha mai sollecitato la conclusione del procedimento di riesame dell’Aia disposto nel 2019 per sua lodevole iniziativa per l’acquisizione delle valutazioni del danno sanitario? Il procedimento risulta attualmente su un binario morto”. Infine, per i Genitori Tarantini “gli eccessi di emissioni del siderurgico, in particolare di benzene”, dovrebbero stimolare il primo cittadino “a prendere ferma posizione, quale primo responsabile della salute pubblica, contro il governo della Repubblica italiana”.
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