Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere erogato al massimo solo fino a fine anno. Poi dovrebbe lasciare spazio alla Mia, la Misura di inclusione attiva, un sussidio di minore durata pensato per due tipologie di fruitori, occupabili o meno, con un assegno massimo di 500 euro al mese.
Il Ministero del Lavoro potrebbe portare il decreto in Consiglio dei ministri già nelle prossime settimane, per poi avviare un dibattito in Parlamento per apportare eventuali correttivi. Le forze politiche di maggioranza, infatti, avrebbero espresso approcci simili ma non identici sui contenuti del provvedimento.
Un sussidio massimo di 500 euro
Al momento circa 1,1 milioni di nuclei familiari percepiscono il Reddito, con un importo medio di 549 euro. La Mia potrebbe prevedere un sussidio di massimo 500 euro per coloro che sono considerati non occupabili, con una riduzione a 375 euro in caso di persone adatte a lavorare. In questa seconda categoria rientrerebbero anche i percettori di redditi da lavoro molto bassi, fino a 3mila euro annui. La durata dell’assegno sarebbe inferiore a quella attuale: 12 mesi in luogo di 18.
Dalla revisione dell’Rdc, varato nel 2019 con il primo governo di Giuseppe Conte, a maggioranza M5s-Lega, strumento portato avanti su proposta dei pentastellati, l’esecutivo di centrodestra punta a risparmiare a pieno regime tra 2 e 3 miliardi di euro annui da reinvestire nelle politiche attive del lavoro, versante su cui il reddito ha dimostrato finora lacune e limiti di intervento.
Freni: “Non si tratta di retromarcia rispetto al RdC”
“Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva. Quindi, ovviamente, non è una retromarcia. Si era detto che si sarebbe cambiato il Reddito di cittadinanza”, afferma Federico Freni, sottosegretario all’Economia.
“Si era detto che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non può lavorare – aggiunge – di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo. Con il Mia ci sarà, entro certi limiti, la concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza”.
Il testo in preparazione prevederebbe anche il coinvolgimento delle agenzie privare per il lavoro e la presenza di maggiori controlli per evitare le truffe verificatesi in questi anni nella fruizione del Rdc.
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