Il cinema ungherese di Béla Tarr per Registi fuori dagli sche(r)mi

BARI – Un film capitale nella storia del cinema. Il nuovo millennio con il mistero di un’eclissi, di un circo cui attrazione è una balena, e di un pianoforte di nuovo accordato nonostante la violenza del mondo. Simboli straordinari di un mondo ruvido, metafora della Storia che per un attimo sembra cedere il passo al cosmo, impassibile e luminoso. Nel segno della discontinuità, in un contrappunto tra maestri e talenti del cinema contemporaneo, procede la rassegna “Registi fuori dagli scheRmi” con un appuntamento che segna la storia decennale della manifestazione. Arriva a Bari, il regista ungherese Béla Tarr, tra i nomi più celebrati della storia del cinema degli ultimi quarant’anni. Una vera e propria leggenda vivente, che ha smesso di realizzare film nel 2011 vincendo l’Orso d’argento al Festival di Berlino con il film “The Turin Horse”. Per questa occasione, è stata proiettata la versione restaurata del capolavoro del 2000, “Le Armonie di Werckmeister”.

 

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