BARI – “Spaccate”, il cerchio si stringe. Sono state le numerose impronte digitali lasciate sui luoghi del delitto a incastrare tre soggetti, originari del Nord Africa, ritenuti autori di due episodi in altrettanti esercizi commerciali del centro del capoluogo pugliese.
Dei tre indagati, già noti alle forze dell’ordine, due sono stati raggiunti nelle case circondariali di Bari e Lucera, mentre il terzo, senza fissa dimora, come i propri complici, è ricercato su tutto il territorio nazionale al fine di evitare che possa reiterare reati della stessa specie o sottrarsi alla giustizia.
I due episodi ai quali i militari fanno riferimento si riferiscono alla sera del 28 febbraio e a quella del 17 marzo scorsi, rispettivamente ai danni di un ristorante e di un negozio di abbigliamento, da quali furono portati via 1200 euro e 310 euro. Il furto del 28 febbraio sarebbe perpetrato da uno solo degli indagati, il quale, utilizzando un tubo in ferro, avrebbe creato in pochi minuti un varco nella vetrata da cui introdursi, trafugare il possibile, e darsi rapidamente alla fuga a piedi lasciando numerose tracce. Il 17 marzo, invece, i tre indagati avrebbero lavorato insieme e sempre utilizzando una spranga in ferro e aprendosi un varco nella vetrata. Anche in questo caso, però, la tensione li aveva traditi e, oltre ad essere inquadrati più volte dalle telecamere presenti in zona, avevano lasciato delle impronte digitali.
Il provvedimento restrittivo concorda con le risultanze investigative inerenti l’analisi del fenomeno criminale delle cosiddette spaccate, particolarmente avvertito nel centro cittadino, teatro di una serie di colpi perpetrati di notte ai danni di ristoranti, negozi di abbigliamento, bar, parrucchieri, con vetrate su strada prontamente accessibili ai malintenzionati.
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