Gli insegnanti vanno pagati tutti di più, nessuno escluso, senza discriminazioni tra il Nord e il Meridione. E’ questa “la vera sfida” che ha intenzione di affrontare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Che dopo le polemiche dei giorni scorsi ha voluto ancora una volta puntualizzare che non ha in mente stipendi regionalizzati per i prof.
Piuttosto, vanno trovate altre fonti di finanziamento per rimpinguare le buste paga di chi ogni giorno va a scuola e si siede in cattedra. Sia che lavori a Milano, sia che insegni a Palermo. “Con 1.500 euro – ha riconosciuto il ministro intervenendo a La7 – un professore non riesce a vivere, né ci riesce con 1.300 euro un docente di scuola primaria. Il tema è come trovare risorse per far sì che tutti gli insegnanti, dal sud al nord, vengano pagati di più”.
Il ministro ha rivendicato intanto le prime azioni messe in campo dal governo Meloni a favore del corpo docente: “Nell’ultimo contratto abbiamo fatto l’aumento più alto. Semmai, la sfida è far sì che i lavoratori che vivono nei territori dove il costo della vita è più alto, al nord, al centro o al sud, non siano penalizzati”.
Insomma, servono soldi e il cantiere per capire come risolvere il problema, ha detto ancora il ministro, è aperto: “Le risorse si possono trovare coinvolgendo i privati, o dai cittadini. Ci stiamo lavorando”.
Un impegno che, ha spiegato, va oltre i confini italiani: “Dobbiamo lanciare questa grande sfida, che ho portato anche a livello europeo parlandone con la commissaria all’Istruzione Mariya Gabriel, perché il problema non è solo italiano. Lo Stato deve fare la sua parte, ma poi dobbiamo trovare altre risorse”.
Dove, dunque, si vedrà. Ciò che Valditara però si sente di escludere fin da subito è l’ipotesi di stipendi differenziati, precisando che “il contratto nazionale non verrà toccato, né questa è una richiesta delle Regioni”.
Contro l’idea di stipendi regionalizzati si è alzato un coro di no da parte dei sindacati e degli enti locali: per Vincenzo De Luca, governatore della Campania, significherebbe “accentuare gli elementi di separazione del Paese”, mentre il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi vi ha visto lo spettro di una nuova migrazione interna, dal sud verso il nord. No anche da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del Pd (ed è d’accordo con lui la rivale Elly Schlein), ma pure dai cattolici delle Acli: “Dichiarazioni – hanno detto – che paiono più figlie di una campagna elettorale che sarebbe ora di mettersi alle spalle”.
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