TARANTO – Alla cancelleria della Corte d’Assise di Taranto stanno giungendo gli atti di impugnazione delle condanne inflitte in primo grado a 26 imputati (tra dirigenti della fabbrica, manager e politici) coinvolti nel processo chiamato ‘Ambiente svenduto’ per il presunto disastro ambientale causato dall’Ex Ilva sotto la gestione dei Riva. La sentenza è del 31 maggio 2021, ma le motivazioni sono state depositate il 29 novembre scorso, dopo 18 mesi. Tra coloro che hanno già presentato appello ci sono anche l’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola; e l’ispettore dell’Arpa Giovanni Raffaelli. Potrebbero essere depositati già tra stasera e domani, a quanto si è appreso, i ricorsi di Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva, condannati a 22 e 20 anni di reclusione. Entro sabato, comunque, dovrebbero essere presentate tutte le impugnazioni. La scadenza del termine di 45 giorni varia a seconda della data di notifica delle motivazioni della sentenza.
Raffaelli, difeso dall’avvocato Antonio Santoro, è stato condannato a due anni con pena sospesa per concorso in omicidio colposo relativamente all’incidente sul lavoro che costò la vita all’operaio Francesco Zaccaria. Vendola è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per l’ipotesi di concussione aggravata in concorso con Girolamo Archinà, Fabio Riva, Luigi Capogrosso e Francesco Perli. Secondo l’accusa, Vendola avrebbe costretto l’ex presidente di Arpa Puglia Giorgio Assennato ad ammorbidire la posizione dell”agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’impianto siderurgico dell’Ilva. Nell’impugnativa di 91 pagine, che sarà depositata in cancelleria nelle prossime ore, l’avvocato Vincenzo Muscatiello contesta le argomentazioni della Corte d’Assise (rilevando “le carenze istruttorie” e “la totale obliterazione del quadro probatorio offerto dalle difese”), e afferma, tra le altre cose, che l’allora governatore aveva “la necessità di un dato scientifico: l’accertamento del rapporto causa effetto e l’adozione delle misure verso coloro che di quell’effetto fossero certamente la causa. E’ questo il cuore della nuova politica ambientale inaugurata per la prima volta dal governo Vendola: scientificamente intransigenti; politicamente rivoluzionari”.
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