BRINDISI – Tre attività commerciali tra bar e ristoranti, due abitazioni civili, conti correnti e circa 22.000 euro. Tutto finito sotto sequestro eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brindisi perché ritenuti provento di una presunta truffa assicurativa. Il valore complessivo dei beni, ubicati a Brindisi città, è stimato intorno al mezzo milione di euro. Ad emettere di sequestro preventivo finalizzato alla confisca è stato il Tribunale di Brindisi, a seguito di prolungate indagini di polizia giudiziaria delegate dalla locale Procura della Repubblica. L’esecuzione del provvedimento rappresenta il positivo epilogo di meticolosi accertamenti economico-finanziari che hanno fatto emergere il reimpiego di proventi illeciti in attività economiche e imprenditoriali nonché la fittizia intestazione dei beni a terzi prestanome, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, previste tra l’altro dal Codice delle Leggi antimafia.
Truffa e autoriciclaggio: 10 indagati
Sono 10 i soggetti complessivamente indagati, a vario titolo, per trasferimento fraudolento di valori, auto riciclaggio, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona e furto aggravato. La responsabilità penale dei soggetti coinvolti nell’indagine, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
Gli esiti dell’attività condotte costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico finanziario esercitato dalla Procura della Repubblica di Brindisi – in stretta sinergia con il locale Nucleo Pef – finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, nonché a garanzia della libera concorrenza.
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