Gli italiani non rinunciano alla spesa per il Natale a tavola con una media di 106 euro a famiglia, solo il 6% in meno rispetto alle feste del 2021. E’ quanto emerge dall’indagine su “Il Natale sulle tavole degli italiani”.
La crisi causata dall’inflazione ha differenziato fortemente le possibilità di spesa delle famiglie tanto che un 6% di italiani destinerà al pranzo natalizio non più di 30 euro, mentre un altro 16% si fermerà tra 30 e 50 euro. Il 33% dei cittadini spenderà tra 50 e 100 euro, il 29% tra 100 e 200 euro, il 7% tra 200 e 300 euro. Ma c’è anche un 2% che andrà oltre i 300 euro mentre un 7% preferisce non rispondere. A livello territoriale i più appassionati a tavola sono gli italiani del Sud con una media di 123 euro a famiglia, davanti ai residenti del Centro (109 euro). Il Nord Est si ferma ad appena 102 euro, mentre nelle Isole si arriva a 95 euro a pari merito con i residenti nel Nord Ovest.
Le differenze territoriali ed economiche dividono gli italiani nella spesa, ma le scelte a tavola contribuiscono però a riunirli. Il 92% dei cittadini acquisterà per le feste soprattutto prodotti italiani: un 53% che lo farà perché sono più buoni, il 39% vede come priorità sostenere l’economia e il lavoro del proprio Paese. A tavola trovano spazio anche i regali enogastronomici tra i più gettonati per la spinta verso doni utili, ma anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali.
La paura della ripresa dei contagi non sembra riuscire a frenare la voglia di un ritorno alla socialità delle feste, testimoniata dal fatto che la media di persone a tavola risale quest’anno a otto, una in più rispetto allo scorso anno e ben quattro rispetto al Natale 2020 quando il lockdown e le misure restrittive avevano imposto precisi limiti anche nell’ospitalità e nelle presenze. Se nel menu della vigilia è servito soprattutto il pesce, a Natale prevale la carne: vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche. Dolci regionali presenti nel 52% delle case, oltre agli immancabili panettone (78%) e pandoro (74%).
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