Alla notizia che sarebbero sbarcati, “erano contentissimi e ci hanno ringraziato. Erano felici di sapere che al mondo esistono persone che si possono prendere cura di loro”. È quanto ha riferito Maria, una delle infermiere a bordo della nave Humanity1 che stamattina è arrivata nel porto di Bari con 261 migranti soccorsi sette giorni fa al largo delle coste libiche. “Le condizioni mediche delle persone a bordo sono terribili – ha aggiunto – non so come descriverle. Sono tutte persone passate dalla Libia, tutte con segni di tortura. Segni di coltello ovunque, segni di bruciature di sigarette, costole rotte dalle continue percosse. Segni di abusi sessuali. Avevamo anche tre donne incinta di cui un ha avuto problemi e abbiamo dovuto sottoporla ad antibiotico. Abbiamo avuto anche casi di malnutrizione e disidratazione perché nelle carceri in Libia queste persone sono trattate in modo disumano, lasciate giorni e giorni senza acqua e cibo. Molte persone abbiamo dovuto idratarle per via endovenosa. Per non parlare di tutto lo stress psicologico e traumatico”. Per Bianca, psicologa di bordo, “vedere un bambino che ringrazia per una bottiglia di acqua penso sia la cosa più bella e allo stesso tempo orribile del mondo, perché un bambino che ringrazia di cuore perché gli è stata fornita dell’acqua perché aveva sete, penso sia socialmente inadeguato”.
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