TARANTO – Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Renato Perrini torna sulla vicenda dei tempi di ultimazione del nuovo ospedale “San Cataldo” di Taranto:
“Come volevasi dimostrare – afferma Perrini – lo dissi fin dal 2015 e oggi, purtroppo, c’è da prenderne atto: l’ospedale San Cataldo di Taranto non sarà di certo pronto nel 2023, se tutto andrà bene”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, a margine dei lavori della Prima Commissione svoltasi stamane a Bari. “Dieci anni, tanti quanti, più volte nel corso dei miei numerosi interventi su un tema che seguo con passione e quotidianamente, avevo preventivato e nonostante le improvvide pose di prima pietra, le presunte inaugurazioni e le promesse di date certe di apertura a cui il governo Emiliano ci ha abituati in questi anni. Il tutto in danno della sanità tarantina perché, nel frattempo, si sono depotenziati i centri di Martina Franca, Massafra, Grottaglie e il Moscati di Taranto in vista dell’imminente apertura del nuovo ospedale che, ad oggi, è un miraggio. Né lo stanziamento di 160 milioni di euro poteva mai essere sufficiente già solo per i lavori di base di costruzione della struttura. Per completare il San Cataldo – prosegue Perrini – occorrono non meno di 250 milioni di euro, come ho sempre detto in questi anni. Oggi, nel corso dell’audizione da me richiesta, il direttore generale dell’Asl di Taranto e i tecnici hanno chiaramente detto che i lavori non saranno completati entro giugno 2023, considerati, ad esempio, i tempi che occorreranno per la realizzazione dell’impiantistica che è propedeutica alla installazione dei macchinari e alla conseguente sistemazione degli arredi. Macchinari e arredi per i quali, inoltre, servono 105 milioni di euro per acquistarli tramite gare. Una somma di cui, a tutt’oggi, non è dato sapere quando sarà finanziata. I tarantini sono stati presi in giro – conclude Perrini – e questo è un dato di fatto di cui il presidente Emiliano e l’assessore Palese devono prendere atto, assumersi la responsabilità e, magari, trarre le conseguenze”.
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