L’ex assessore regionale Totò Ruggeri vorrebbe indietro i suoi 300 mila euro sequestrati durante le indagini in capo all’inchiesta Re Artù che lo ha visto coinvolto. Un tesoretto che fu sequestrato dopo l’arresto, trovato durante le perquisizioni eseguite in casa e in altri immobili di proprietà dell’ex senatore. 300mila euro in contanti insomma che furono sequestrati ed il cui ritrovamento è agli atti dell’inchiesta del pm Alessandro Prontera sulla sanità leccese e su un giro di favori e assunzioni.
Il collegio difensivo di Ruggeri, composto dagli avvocati Salvatore Corrado e Giuseppe Fornari, vedono il loro assistito ai domiciliari dal 7 luglio scorso, ciò nonostante gli avvocati hanno formulato istanza di dissequestro delle somme e del telefonino dell’imputato. Secondo i legali infatti, non ci sarebbe nessuna accusa collegata all’importo prelevato dai finanzieri dalla cassaforte della villa al mare e nell’abitazione di Muro Leccese, niente insomma che possa collegare il possesso dei contanti a qualche movimento irregolare per cui, secondo la difesa, il suo possesso è del tutto lecito. Sarà adesso il gup Sergio Tosi a valutare la richiesta. Intanto, dopo il rigetto del Riesame, si discuterà della richiesta di revoca dei domiciliari dinanzi alla Corte di Cassazione il prossimo 7 dicembre.
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