FRANCAVILLA FONTANA- “Ovunque sarai, ovunque sarò. In ogni gesto io ti cercherò. Se non ci sarai, io lo capirò. E nel silenzio io ti ascolterò”: sulle note e sulle parole di Irama, Ovunque sarai, il feretro del piccolo Angelo ha attraversato il sagrato della chiesa del Carmine tra un fiume di persone.
E di bambini, tra la voce straziante della nonna che ha accompagnato il suo nipotino per l’ultima volta. E tra i palloncini bianco e azzurro fatti volare dai compagni del bimbo volato in cielo a soli sei anni.
Il feretro si è fermato una prima volta, poi una seconda sulle note di Alleluja di Jeff Buckley e ancora una terza sulle parole di Brividi di Blanco e Mahmood: nessuno ha voluto lasciare andare quel piccolo Angelo. Tutti sono venuti ad abbracciarlo l’ultima volta. L’intera città di Francavilla Fontana si è fermata, il sindaco Antonello Denuzzo ha proclamato il lutto cittadino per quel figlio, nipote, fratello di tutta la comunità.
“Vorremmo trovare immagini, pensieri, parole per dare un senso a questa nostra vita e soprattutto dare un senso a tutto quello che accade” ha detto un commosso don Andrea Santoro che ha officiato il rito funebre del piccolo Angelo. “Il dolore è la vita stessa. Proprio perché è davvero difficile trovare un senso o meglio trovare delle spiegazioni”.
Don Andrea ha accarezzato il dolore di tutti i presenti alla santa messa, proprio lui che il 24 luglio di sei anni fa ha amministrato il battesimo del piccolo Angelo. E oggi, 29 settembre, ne ha amministrato la morte.
All’ingresso della navata due gruppi di palloncini bianchi, uno donato dall’asilo Campanella frequentato da Angelo, l’altro con un messaggio dei colleghi della Monteco di Oria dello zio del piccolo hanno accolto parenti e amici.
Ogni bancone è stato adornato da un palloncino bianco e azzurro, simbolo della vicinanza dimostrata dalla Virtus Francavilla Calcio, dove il piccolo Angelo ha tirato i primi calci insieme ai compagni di squadra presenti che, benché piccoli, hanno pianto guardando il feretro bianco che portava via per sempre il loro Angelo.
“Non fate del male agli altri, fate del bene. Ricevete il contrario? Noi facciamo il bene sempre anche quando non viene capito. Fare il bene e non giudicare” ha proseguito nel suo sermone don Andrea. “Non giudichiamo. Sospendiamo il giudizio e partiamo da qui. Io stesso parto con voi da qui.”
Partire insieme dal dolore e trovare la vita e la forza per andare avanti perché “il respiro è la cosa più grande che abbiamo.”
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