“I lavoratori dell’Ilva hanno il terrore di chiedere le ferie perché poi l’azienda le trasforma in cassa integrazione e il mese dopo si vedono decurtata la busta paga sensibilmente. Parliamo di 30 euro al giorno”. Lo ha detto Francesco Rizzo, coordinatore provinciale dell’Usb di Taranto, in occasione del sit-in di protesta di un gruppo di operai dello stabilimento Acciaierie d’Italia organizzato sotto l’Ispettorato del Lavoro. ”Abbiamo scelto un luogo simbolico per chiedere alle istituzioni di intervenire con il pugno duro – ha spiegato lo stesso Rizzo -. Questa è un’azienda che deve rispettare le leggi non solo perchè è in Italia ma anche perchè ha una partecipazione pubblica”.
“Il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali discrimina particolarmente alcuni lavoratori, che da due anni sono collocati sistematicamente in cassa integrazione e non si capisce perchè per loro non valga il criterio della rotazione – prosegue Rizzo -. Poi denunciamo l’assenza di manutenzioni. Questa è una fabbrica che dagli annunci della manager sembra in risalita ma in realtà le manutenzioni sono scarsissime e lo stabilimento è diventato un vero e proprio colabrodo”, conclude il sindacalista USB.
potrebbe interessarti anche
Ex Ilva, ritardi pagamenti indotto: la denuncia della Uilm Taranto
Taranto, Campagna presidente del Formedil Cpt
Taranto, cambio al vertice della Cassa Edile. Bozzetto nuovo presidente
Martina Franca: rapina all’ufficio postale di Motolese
A Taranto “Sentieri” : progetto per un turismo inclusivo
Jago incanta Martina Franca: un dialogo tra arte e anima