TARANTO- Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Giampiero Laterza, coordinatore Turismo Provincia Taranto Casaimpresa -Confesercenti, relativa all’andamento del turismo nel periodo estivo a Taranto.
“Quella trascorsa avrebbe dovuto essere l’estate del riscatto e della ripresa post-pandemia e le presenze registrate nelle strutture del territorio a giugno, parevano confermarlo”. Giampiero Laterza, coordinatore Turismo Provincia Taranto Casaimpresa -Confesercenti, traccia un bilancio della bella stagione appena conclusa.
“Tuttavia – prosegue l’imprenditore – il diavolo ci ha messo la coda regalandoci una variante “estiva” del covid e la guerra in Ucraina, che ha fatto impazzire il mercato dell’energia, con la duplice conseguenza di prosciugare le tasche dei consumatori, ridurre sensibilmente le marginalità delle aziende e diffondere un generalizzato timore che porta il mercato a contrarsi ed i potenziali turisti a non spendere, e quindi a non muoversi, anche quando hanno la possibilità di farlo. Risultato: un luglio, contrariamente alle aspettative e ai segnali positivi di inizio estate, con il segno meno, ed un agosto che ha visto chiudere in pari solo le aziende più fortunate. Va detto che c’è stata una ripresa dei flussi dall’estero, ma purtroppo da sola non basterà a ripianare i conti delle strutture”.
“Accanto a fattori che possiamo definire globali, abbiamo avuto anche un fenomeno del tutto locale: la Puglia ha vinto un “premio” – ironizza Laterza – quello di regione più cara d’Italia. Anzi, secondo il Post Office britannico, conquistiamo addirittura la decima posizione nella classifica mondiale! Sicuramente si saranno verificati casi di aumenti spropositati, come sempre è avvenuto ovunque, ma naturalmente questo battage mediatico (secondo noi ampiamente ingiustificato) ha pesato sulle scelte dei consumatori.
Un’estate con luci ed ombre, quindi. Ombre destinate ad addensarsi, se la questione energetica non verrà affrontata con forza; gli effetti sui bilanci finora sono stati mitigati, solo mitigati, dai flussi estivi, ma in autunno, quando non si potrà contare sul numero di presenze necessario a far fronte ai costi, molte aziende rischiano seriamente di chiudere”.
“Ritengo opportuno inoltre sottolineare – aggiunge il rappresentante di Casaimpresa -Confesercenti – che la previsione del credito d’imposta per le imprese lascia il tempo che trova, se si pensa che il vero problema, che peraltro accomuna tutti i settori, è la mancanza di liquidità. Allora, il Governo invece di partorire soluzioni che in realtà non aggiungono molto, dovrebbe comprendere e studiare le reali esigenze delle imprese, per poi cucire su misura delle risposte adeguate. E, in questo caso, la risposta adeguata è una in particolare: liquidità per pagare gli stipendi, i fornitori e portare concretamente e quotidianamente avanti le attività”.
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