“La crisi energetica è un vero e proprio tsunami che si sta abbattendo sull’Italia. Il nostro è stato l’unico partito a chiedere si interrompesse la campagna elettorale per affrontare concretamente il problema“. A dichiararlo è Carlo Calenda, leader di Azione, a Il Punto, approfondimento politico di Antenna Sud. “Come venirne a capo? Molto semplice. Possiamo abbattere il 40% del costo delle bollette levando le rinnovabili dall’indicizzazione al gas e stanziando 15 miliardi di euro ogni due mesi. Per realizzare tutto questo, però, dobbiamo smetterla di promettere tante altre cose. Perché insieme al problema dell’energia abbiamo quello dei tassi di interesse che stanno salendo. Dobbiamo essere chiari con i mercati garantendo che non investiremo soldi per promesse irrealizzabili, altrimenti saltiamo per aria e le famiglie, oltre alla crisi energetica, si troveranno a fronteggiare anche i tassi impazziti“.
SUD – “Bisogna spendere il 40% delle risorse del Pnrr destinate al Sud, almeno fino a oggi perché Lega e Destra non confermano che manterranno questa percentuale nel caso venissero chiamati a governare. Per il Sud abbiamo in mente opere che portino lavoro e migliorino la vita delle persone con procedure straordinarie. Ci sono due emerge nazionali: la prima è sanitaria, di cui non parla più nessuno. In Italia, mediamente, ci vogliono 22 mesi per una mammografia, 13 per una tac, 8 per una visita oncologica. E i cittadini del Sud spesso sono costretti a partire per Nord o Centro per curarsi. Dunque, proponiamo, e siamo gli unici, di prendere i 36 miliardi del Mes e aggiungerci i 14 che derivano dal Pnrr: questi 50 miliardi serviranno per acquistare macchinari e assumere i 50mila medici e i 50mila infermieri che mancano. Poi, bisogna investire sulla scuola introducendo il tempo pieno e l’obbligo fino ai 18 anni. Ai ragazzi del Sud, lo Stato deve pagare lezioni di lingua straniera e formazione professionale. Questo è ciò che possiamo permetterci. Al contrario, vedo che Salvini promette di tutto: dalla reintroduzione delle province e della leva passando per la flat tax. Questo porterà a uno spreco di denaro e i cittadini saranno costretti a spendere 40 miliardi di euro per curarsi privatamente”.
DRAGHI BIS – Tornando al caro energia, Calenda è convinto che lo “scostamento di bilancio sia necessario, come già successo in Gran Bretagna e Germania. Il problema è chi lo farà! Se viene operato da un Governo credibile, con Draghi al comando, è un conto, con una colazione contraddittoria come la Destra, che litiga con l’Europa, allora saltiamo in aria. Ma ho fiducia negli italiani, non sono irresponsabili: sanno che mandare al Governo Meloni, Salvini e Berlusconi equivarrebbe a un default. Per quanto riguarda Draghi, sono convinto che di fronte a una chiamata della Patria difficilmente direbbe di no. Un po’ come quando Mattarella, pur non manifestando la volontà di non continuare, ha accettato un altro mandato da presidente della Repubblica. A noi basta il 10% per continuare con Mario Draghi presidente del Consiglio. La politica non è un gioco, non è il Grande Fratello, ma decide la vita delle persone”.
RIFORMA MERCATO LAVORO – “In primo luogo, bisogna rivedere il salario minimo. Sono favorevole a 9 euro perché un sacco di gente lavora, ma rimane sotto la soglia della povertà: non è degno di un paese civile. In secondo luogo, le aziende chiedono 500mila professionalità, che vanno dai tecnici elettronici ai saldatori. Dobbiamo incaricare le agenzie di formare persone, anche chi percepisce il reddito di cittadinanza: la dignità è nel lavoro, non nel sussidio”.
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