MASSAFRA- Avrebbe guadagnato troppo trasportando i propri connazionali a lavorare nei campi e così avrebbero deciso di rapinarlo una sera brandendo un coltello e di sottoporlo a continue richieste estorsive: tre afgani sono stati arrestati per rapina, tentata estorsione, lesioni aggravate, detenzione e porto di armi o strumenti atti a offendere, violenza privata.
Blitz dei carabinieri della compagnia di Massafra all’alba del 23 settembre per dare esecuzione a un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Taranto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 persone di nazionalità afgana.
I fatti: la denuncia di un cittadino afgano rapinato e aggredito
Le indagini sono state avviate lo scorso 26 giugno, a seguito della denuncia presentata da un cittadino afgano, residente a Massafra, che ha raccontato ai carabinieri di aver subito, la sera precedente, una aggressione da parte di tre connazionali che, armati di coltello e di una bottiglia rotta, l’avrebbero ferito al torace e al volto, per poi rapinarlo del proprio portafogli con all’interno denaro e documenti personali.
Le immediate indagini avviate dai carabinieri della stazione di Massafra, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto, anche grazie ad alcune testimonianze, hanno consentito di identificare gli indagati e raccogliere nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza.
La vittima, da tempo dedita al trasporto sul luogo di lavoro di alcuni suoi connazionali, infatti, da circa due mesi avrebbe ricevuto dagli indagati pressanti richieste di denaro, in funzione del numero di connazionali trasportati quotidianamente con la sua autovettura nei campi di lavoro.
Il suo rifiuto a sottostare alle presunte richieste estorsive avrebbe causato la reazione degli indagati, sfociata in un agguato armato con contestuale rapina, avvenuta in piazza “Gesù Bambino”. Fatta salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, nei prossimi giorni gli arrestati saranno sottoposti ad interrogatorio di garanzia.
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