LECCE- Si è tenuta nella giornata di martedì 13 settembre, in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico, la cerimonia di consegna di una lavagna magnetica, due computer da tavolo e due i-pad alla Scuola In Ospedale che opera presso il presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce. Presenti il commissario straordinario di Asl Lecce, Stefano Rossi, Assunta Tornesello, direttore responsabile dell’uo di Onco-ematologia pediatrica, la dirigente scolastica Sio Marina Nardulli e il presidente dell’associazione Cuore e mani aperte Odv, nonché cappellano del Fazzi, don Gianni Mattia.
“Un’istituzione nell’istituzione, questo è la scuola in ospedale attiva presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Una scuola statale che garantisce il diritto allo studio e la continuità pedagogica per minori ammalati. Una scuola che in undici anni di attività ha iscritto migliaia di alunni e alunne, accompagnandoli, valutandoli, scrutinandoli e soprattutto, a detta delle neuro scienze, ha contribuito ad aumentare il grado di benessere dell’alunno degente” dice il professore Fabio Manni, coordinatore della Sio “Oggi la scuola in ospedale di Lecce (elementare e media), afferente all’istituto comprensivo Alighieri/Diaz di Lecce, si arricchisce di un nuovo habitus didattico, diviene digitale. Questo è stato reso fattibile grazie alla donazione di una lavagna elettronica con monitor interattivo finanziata dalla signora Micali in ricordo della compianta sorella, due computer da tavolo di ultima generazione, due I-pad uniti alla strumentazione per la didattica con realtà aumentata donati dall’associazione Cuore e Mani Aperte Odv, che ha ricevuto un ringraziamento anche dalla dirigente uscente, Giuseppina Cariati. La digitalizzazione permetterà di sviluppare altri canali di comunicazione e interazione tra docenti, alunni e le loro rispettive scuole di provenienza, ma favorirà anche uno strumento didattico aggiuntivo e utilizzabile tra i sei reparti in cui il servizio Sio è attivo e la sede scolastica principale, ubicata da undici anni negli spazi del reparto di Onco-ematologia pediatrica. Le moderne scienze dell’educazione definiscono oggi i nostri ragazzi come nativi digitali, non si può quindi prefigurare una didattica fruibile soltanto attraverso il materiale cartaceo; basti pensare, infine, che nelle scuole etichettate come le migliori del mondo, per esempio quelle della Danimarca, la trasmissione delle abilità e delle competenze avviene solo in modo digitale. Questa nuova strumentazione digitale, accanto a quella artistico espressiva da sempre utilizzata nella SIO di Lecce, permetteranno ad alunni e alunne di avere una visione più ampia dei saperi e attraverso questi divenire donne e uomini migliori. Non ci resta quindi che augurare a tutti gli alunni e i loro rispettivi insegnati un buon anno scolastico con cuore e mani aperte verso chi soffre!”
“Succede che un giorno il respiro si blocca nel nostro petto, esattamente in quella via che intercorre tra il cuore e la bocca. Tutto pare immobile e senza vita. È come trovarsi davanti uno scalino troppo alto da salire, – ha aggiunto Don Gianni Mattia – La malattia è così, ci lascia soli, smarriti e confusi, almeno fino a quando qualcuno arriva a noi con il verdetto giusto e si può provare a risalire quella via fatta di scalini troppo alti. Gli ospedali sembrano come delle bolle d’aria, dalle quali puoi osservare il mondo e il tempo che scorre senza però poterne fare effettivamente parte. Per i bambini questo è terribile, perché loro sono in quella fase della vita nella quale il tempo è ciò che li fa crescere pensando che il mondo gli appartenga e che sia un posto meraviglioso, se gli togli questo non impareranno a vivere. E allora noi, con il sostegno dei nostri benefattori, abbiamo fatto dell’umanizzazione degli spazi ospedalieri un nuovo modo per restituire loro la vita nella sua pienezza. La vita di un bambino non è solo gioco, è anche insegnamento, scuola, disciplina e abbiamo cercato di dare loro questa normalità attraverso l’insegnamento presso il nostro ospedale. La lavagna magnetica li aiuterà esattamente in questo, ritrovare una parte di normalità in questa vita che avanza, mentre crescono tra un controllo e una carezza.”
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