C’è tempo fino al 9 ottobre 2022 per presentare l’autocandidatura ad Up2Stars per start-up che operano nella Space Economy e nei settori tecnologici a essa connessi, per guidare e supportare nelle diverse fasi di sviluppo il loro business. L’autocandidatura potrà essere presentata accedendo alla pagina dedicata http://www.intesasanpaolo.com/it/business.html e verrà valutata sulla base di cinque punti.
“L’industria aerospaziale rappresenta una delle più promettenti leve di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni e l’Italia, forte di una filiera industriale completa, ha un posizionamento competitivo nell’export internazionale”, spiega Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. “Per garantire lo sviluppo di tale competitività dobbiamo sostenere la ricerca e la progettualità delle imprese di questa filiera, e la quarta call di Up2Stars punta proprio ad individuare, valorizzare e supportare le migliori startup del settore aerospaziale per farle dialogare con il sistema imprenditoriale. Nel contempo, è fondamentale creare una rete organica fatta di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico verso le PMI, che favorisca una transizione strutturale del nostro Paese verso nuovi modelli, in stretta correlazione con il Pnrr. È in quest’ottica che la nostra Banca ha partecipato quale socio fondatore all’istituzione di quattro Centri Nazionali di Ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie rivolte alla transizione sostenibile, green e digitale.”
Dalla Space Industry ai servizi di telecomunicazioni fino al monitoraggio ambientale e meteorologico, lo Spazio sta assumendo una dimensione sempre più cruciale nello sviluppo tecnologico ed economico ed è uno dei settori in cui l’Italia può ambire a posizioni altamente competitive a livello mondiale. I servizi satellitari e i dati da essi generati sono fondamentali per le telecomunicazioni, l’agricoltura, la sicurezza, i servizi di osservazione della terra e quelli di geo-localizzazione. Un insieme cospicuo di settori connessi all’economia dello spazio per il quale le nuove tecnologie sviluppate da startup hi-tech rappresentano una risorsa strategica.
In questo quadro si colloca la quarta call di Up2Stars, dedicata alla selezione delle startup specializzate in:
– smart cities e territorio: servizi basati su utilizzo infrastrutture spaziali, navigazione satellitare (GNSS), tecnologie per l’osservazione della Terra, satelliti di telecomunicazione e possibile integrazione al 5G; Urban Air Mobility, cybersecurity, emergenze naturali e catastrofi, urbana, servizi aerei, infrastrutture critiche;
– advanced mobility: innovazione tecnologica e strumenti digitali applicati a mobilità urbana dei beni e delle persone, mobilità intelligente, nuovi modelli di business per la realizzazione della mobilità come servizio, veicoli e infrastrutture per la guida autonoma, sicurezza stradale, digitalizzazione del veicolo, 5G, mapping e geomatica;
– infrastrutture digitali per la piattaforma u-space e servizi utm (unmanned aerial vehicles traffic management): sicurezza del volo dei droni, advanced drones (fully autonomous, UAV), propulsione, spazio e tlc, satelliti, meccanica di precisione, materiali speciali, aerostrutture;
– tecnologie e soluzioni trasversali applicate a telecomunicazioni, navigazione satellitare, osservazione della Terra, advanced materials, gestione dei detriti spaziali.
Le autocandidature potranno essere presentate fino al 9 ottobre accedendo alla pagina dedicata su http://www.intesasanpaolo.com/it/business.html e verranno valutate sulla base di cinque punti: Team (competenze complementari, impegno e risorse proprie, capacità di coinvolgere advisors idonei); Opportunità di mercato (dimensioni e previsioni di crescita del mercato target, go-to-market, panorama della concorrenza); Prodotto (esigenza a cui si intende far fronte, design e innovazione, vantaggi competitivi, stadio di sviluppo); Difendibilità (barriere d’ingresso quali proprietà intellettuale, se applicabile, altrimenti time-to-market e traction o altro); Piano Economico (piano quinquennale con ipotesi solide, uso dei fondi raccolti, ROI strategy).
Il programma Up2Stars
Con oltre 500 startup che ad oggi si sono candidate alle precedenti call, Up2Stars emerge come uno tra i più interessanti programmi di accelerazione e sviluppo delle startup italiane, tratteggiando una platea attenta e fertile di imprese innovative e desiderose di farsi conoscere e di trovare partner che le aiutino a crescere da un punto di vista dimensionale e finanziario.
L’obiettivo di Up2Stars è stimolare il potenziale di innovazione che le startup possono generare a supporto della transizione digitale indicata dal Pnrr, fondamentale soprattutto nei settori chiave per lo sviluppo del Paese, come quello aerospaziale. Sviluppato nell’arco dell’intero anno in 4 call bimestrali, Up2Stars prevede un processo di autocandidatura, selezione, accelerazione e networking totalmente gratuito. Per ciascuna call verranno selezionate al massimo 10 startup, per un numero complessivo di 40. Al termine del percorso di accelerazione e di networking è previsto un Demo Day di presentazione delle startup accelerate ad una platea di investitori e imprese.
Up2Stars concluderà il ciclo con un evento di valorizzazione e celebrazione finale delle 40 startup selezionate e accompagnate in un percorso di crescita che consentirà loro di incontrare coach, mentor e investitori, creare networking e favorire incontri con imprese mature.
“L’industria aerospaziale rappresenta una delle più promettenti leve di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni e l’Italia, forte di una filiera industriale completa, ha un posizionamento competitivo nell’export internazionale”, spiega Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. “Per garantire lo sviluppo di tale competitività dobbiamo sostenere la ricerca e la progettualità delle imprese di questa filiera, e la quarta call di Up2Stars punta proprio ad individuare, valorizzare e supportare le migliori startup del settore aerospaziale per farle dialogare con il sistema imprenditoriale.
Nel contempo, è fondamentale creare una rete organica fatta di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico verso le Pmi, che favorisca una transizione strutturale del nostro Paese verso nuovi modelli, in stretta correlazione con il Pnrr. È in quest’ottica che la Banca ha partecipato quale socio fondatore all’istituzione di quattro Centri Nazionali di Ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie rivolte alla transizione sostenibile, green e digitale.”
La Space Economy: una definizione (a cura della direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo)
La Space Economy è definita come l’insieme di tutte quelle attività che riguardano l’esplorazione, la ricerca, la comprensione, la gestione e l’utilizzo dello Spazio e che creano valore per gli esseri umani.
La Space Economy è dunque quella catena del valore che partendo dalla Ricerca & Sviluppo (R&S) e dalla realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, il così detto Upstream (che include i pilastri della Space Industry, quali i lanciatori, i satelliti e il segmento delle apparecchiature terrestri), arriva fino alla generazione di prodotti e servizi, il così detto Downstream, che include i servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, o servizi di monitoraggio ambientale, previsione meteo. Nell’ecosistema della Space Economy rientrano anche i centri di ricerca specializzati che si occupano di R&S e implementazione delle più avanzate tecnologie esistenti. La filiera risulta quindi diversificata in termini di attori coinvolti, includendo sia centri di ricerca che imprese, in stretta relazione gli uni con gli altri. Da un lato, le imprese necessitano della ricerca più innovativa che si realizza nelle università, dall’altra parte queste ultime hanno bisogno di testare le proprie scoperte fuori dai laboratori, coinvolgendo le imprese. Allo stesso tempo la filiera è diversificata in termini settoriali, perché lungo la catena si posizionano sia soggetti produttori di mezzi e attrezzature spaziali e componentistica, sia fornitori di servizi ICT, dallo sviluppo di software alle telecomunicazioni, sia nuovi operatori specializzati ad esempio nell’analisi di dati che derivano dai satelliti, fornendo nuovi beni e servizi. Il crescente ruolo degli investitori privati sta ridefinendo l’ecosistema della Space Economy, con la nascita di una molteplicità di beni e servizi nuovi per tutta la comunità, contribuendo a una nuova visione della Space Economy, definita come New Space Economy
Il valore della Space Economy nel mondo
La SIA- Satellite Industry Association – ha stimato il valore della Space Economy nel 2021 su livelli pari a 386 miliardi di dollari, in crescita del 4% rispetto al 2020.
Circa il 37% del settore (per un valore di 142 miliardi di dollari) è riconducibile al comparto delle attrezzature terrestri, che include i sistemi di rete e gli strumenti di navigazione. I servizi satellitari (in cui sono comprese tutte quelle attività di comunicazione e di sensoristica applicabili a più ambiti, che derivano dall’utilizzo dei satelliti) si posizionano su valori pari a 118 miliardi di dollari (circa il 31% del totale), mentre i produttori di satelliti realizzano un fatturato pari a 13,7 miliardi di dollari, il 3,5% del totale. L’industria non satellitare (che include i budget di spesa governativi per le missioni spaziali e i viaggi commerciali) genera un valore di oltre 107 miliardi di dollari, pari al 27,7% del totale. Ha un peso più contenuto l’industria dei lanci, con 57 miliardi di dollari, l’1,5% del valore della Space Economy mondiale.
Nel 2021 a livello mondiale, secondo quanto riportato dalla SIA è stato soprattutto il settore della produzione di satelliti a evidenziare la crescita più intensa, sostenuto da una riduzione dei costi di realizzazione e di aumento della capacità e portata di ciascun satellite. Tutti i vari segmenti che costituiscono l’economia dello Spazio hanno comunque riportato un incremento nel 2021. Secondo i dati della SIA la sola industria satellitare (manifattura, lanci, attrezzature terrestri, servizi vari) rappresenta oltre il 72% della Space Economy, con circa 270 miliardi di dollari. Questo comparto ha visto uno sviluppo particolarmente intenso negli ultimi anni grazie all’applicazione dei servizi satellitari ad una varietà sempre più ampia di ambiti.
L’osservazione della Terra attraverso i satelliti permette ad esempio di raccogliere una grande quantità di dati utili per studiare i cambiamenti climatici, e sviluppare nuovi servizi per l’agricoltura e la prevenzione dei disastri ambientali. La navigazione satellitare, che permette la localizzazione della posizione, apre opportunità di sviluppo per alcuni servizi nell’ambito dei trasporti, della logistica e anche delle assicurazioni. Le comunicazioni satellitari offrono una grande varietà di applicazioni nel settore delle telecomunicazioni, di internet e della IoT (Internet of Things).
Queste applicazioni supportano lo sviluppo delle Smart Cities, che utilizzando infrastrutture spaziali e dati di navigazione satellitari, creano ecosistemi integrati, con informazioni in tempo reale che possono supportare un modello di città più evoluto in termini di sicurezza, gestione della mobilità e delle infrastrutture. La localizzazione di veicoli e il monitoraggio delle reti di trasporto può supportare lo sviluppo di una Advanced Mobility, e supportare i veicoli a guida autonoma. Sostenendo anche la nascita di nuovi modelli di business, come ad esempio la realizzazione della mobilità come servizio. Lo sviluppo di nuovi servizi richiederà anche la creazione di nuove piattaforme digitali.
Il posizionamento italiano e la filiera presente sul territorio
L’Italia vanta un buon posizionamento competitivo nel settore come emerge dai dati sul commercio internazionale e l’attività innovativa, focalizzati sulle attività core della filiera. L’Italia, con una quota sulle esportazioni mondiali del 6,9% (media 2015-2019, dati in dollari correnti) si posiziona al quarto posto tra i principali leader del settore, dopo Stati Uniti, Francia e Germania, evidenziando un miglior posizionamento rispetto al dato dell’intera economia, dove il nostro Paese con un peso di circa il 3% occupa la nona posizione nel ranking internazionale. L’analisi dei dati italiani aggiornati al 2020 evidenzia come siano due i mercati più rilevanti, sia in termini di sbocchi commerciali che come fonte di approvvigionamento: Francia e Germania, riflettendo anche le strette relazioni che si creano nella partecipazione a progetti europei.
Anche in termini di attività innovativa l’Italia evidenzia un buon risultato, collocandosi al quinto posto tra i principali paesi brevettatori, con una quota del 4,1% sui brevetti mondiali afferenti alla Space Economy (anni 2013-2018), che si raffronta con l’undicesima posizione per il totale brevetti, rivelando una buona specializzazione nelle attività spaziali.
Una prima mappatura della filiera sul territorio, a partire da una molteplicità di fonti diverse (Agenzia Spaziale Italiana, cluster dell’aerospazio, partecipazione a programmi Horizon 2020, etc.) evidenzia la ricchezza e varietà degli attori presenti nel nostro Paese: sono state individuate oltre 280 imprese appartenenti a questo settore.
Emerge una filiera completa, con la presenza sia di produttori di veicoli spaziali, lanciatori e satelliti, che di player specializzati in servizi ad alto valore aggiunto a completamento dell’offerta produttiva del settore.
Il fenomeno della Space Economy anche in Italia, ha avuto un’accelerazione negli ultimi anni, con lo sviluppo di nuove tecnologie, la diffusione dei servizi spaziali a più ambiti di applicazione e la riduzione dei costi che ha permesso a più operatori di accedere a questo mercato. Oltre il 50% delle imprese è nato a partire dai primi anni Duemila, e in particolare oltre il 30% dei player mappati è stato creato negli ultimi 10 anni a conferma del crescente ruolo ed interesse che il settore sta creando. In termini di specializzazione produttive spicca il ruolo delle imprese attive nel settore della realizzazione di software, player che progettano soluzioni ICT per gestire situazioni complesse o che sviluppano sistemi intelligenti sempre connessi, che possono trovare applicazione anche nell’ambito dell’economia spaziale. Rientrano in questa categoria anche quelle aziende che rielaborano i dati forniti dai satelliti in orbita o quelle specializzate nei servizi di cybersecurity, un segmento che si sta rivelando sempre più importante, in considerazione del ruolo geopolitico che lo Spazio sta assumendo. L’innovazione è un fattore imprescindibile nel settore dello Spazio, per cui non stupisce il peso delle imprese del settore della R&S nella filiera spaziale. All’interno di questa categoria si trovano produttori di satelliti e/o sistemi ingegneristici complessi, così come attori specializzati nell’attività dell’Osservazione della Terra. Secondo le stime di Morgan Stanley, nel 2040 l’economia dello Spazio varrà oltre 1 trilione di dollari, valori quasi triplicati rispetto a quanto stimato oggi. In prospettiva le opportunità legate alla Spazio sono molteplici grazie anche alla diffusione di nuove tecnologie, alla miniaturizzazione di hardware e componenti e allo sviluppo di nuovi materiali, elementi che stanno abilitando la realizzazione di nuovi prodotti e servizi. Alcuni trend di crescita sono il trasporto spaziale, con lo sviluppo di nuove tecnologie per i lanci spaziali, o la possibilità di produrre in assenza di gravità, che potrebbero aprire nuove opportunità per le imprese manifatturiere italiane. Altri trend di sviluppo riguardano il turismo spaziale come hanno dimostrato i primi viaggi organizzati da privati e che hanno portato i primi esseri umani, non astronauti, oltre l’atmosfera terrestre e in generale le Esplorazioni spaziali, per ampliare la conoscenza dell’universo da un lato ma anche per la ricerca di nuove risorse. Anche l’ambiente, e la gestione dei detriti spaziali trainerà lo sviluppo di nuove realtà nell’ambito Space, così come l’implementazione di Nuove Applicazioni a sempre più ambiti dell’economia. Il tessuto produttivo italiano, grazie alla presenza di una filiera completa, a competenze riconosciute a livello internazionale, come dimostrano anche le diverse collaborazioni con paesi stranieri nei programmi spaziali, ha le carte in regola per cogliere le opportunità di sviluppo del settore, che supporterà anche la nascita di nuove start-up innovative.
Up2stars: il ruolo di Intesa Sanpaolo Innovation Center
Il percorso di accelerazione vede Intesa Sanpaolo Innovation Center, centro di competenza del Gruppo Intesa Sanpaolo, in un ruolo-chiave nella realizzazione del programma, nella supervisione del percorso di accelerazione e la sua partecipazione alla fase di selezione, nonché la fornitura della piattaforma digitale di candidatura per le startup. Un ruolo coerente con quanto realizzato a partire dal 2014 nell’affiancare la crescita delle startup in un mercato molto competitivo, anche grazie alla forte rete internazionale che Innovation Center ha consolidato negli anni.
Up2stars- L’acceleratore gellifye il network di partnership strategiche
Il percorso di ciascuna startup selezionata da Up2Stars sarà erogato dal partner per l’accelerazione Gellify e prevede un piano personalizzato di contenuti e la mentorship di esperti di settore. I partner Microsoft Italia, Cisco e Opening Future -iniziativa finalizzata al sostegno e alla crescita del digitale in Italia in partnership con Google Cloud e Noovle, cloud company del Gruppo TIM – metteranno a disposizione delle startup servizi e strumenti utili all’accelerazione (es. cloud, licenze sw, Formazione tech, servizi di indicizzazione).ELITE –Gruppo Euronext offrirà la possibilità di partecipare nella Lounge esclusiva in partnership con Intesa Sanpaolo presso la sede di Borsa Italiana, per accompagnare le startup in percorsi di formazione, crescita dimensionale e apertura al mercato dei capitali e, con Intesa Sanpaolo Innovation Center, forniranno supporto formativo e l’organizzazione di incontri con partecipazione attiva delle startup agli eventi e nel percorso di accompagnamento e sviluppo.
Approfondimenti e appunti
- Up2Stars è il programma di accelerazione e valorizzazione delle startup che si avvale della competenza di Intesa Sanpaolo Innovation Center e della capillarità del network della Banca dei Territori
- 10 le startup ‘Aerospace’ selezionate e inserite nel programma di accelerazione erogato dal partner Gellify e nel networking di sviluppo con ELITE-Gruppo Euronext, Microsoft Italia, Cisco e Opening Future, iniziativa in partnership con Google Cloud e Noovle, cloud company del Gruppo TIM
- La Space Economy è in crescita in Italia, con oltre 280 aziende specializzate e una filiera completa tra produzione e servizi ad alto valore aggiunto
- Buon posizionamento competitivo dell’Italia, con una quota del 6,9% sulle esportazioni mondiali di settore Milano, 30 agosto 2022 – Aperte le autocandidature per le startup attive nel settore dell’Aerospace, a cui è dedicata la quarta e ultima call di Up2Stars, il nuovo programma di accelerazione e valorizzazione delle startup innovative, ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. La call punta a individuare le giovani realtà imprenditoriali più promettenti che operano nella Space Economy e nei settori tecnologici a essa connessi, per guidarle e supportarle nelle diverse fasi di sviluppo del loro business.
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