BARI – Un’organizzazione criminale, con base operativa a Bari, dedita alla commissione dei delitti tributari di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, di omessa dichiarazione fiscale, di presentazione di dichiarazioni infedeli e di occultamento di documenti contabili, nonché di autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti. Era stato già condannato in primo grado a marzo scorso dal tribunale di bari a anni 3 e mesi 6 di reclusione per associazione per delinquere e dichiarazione fraudolenta l’imprenditore del capoluogo al quale la Guardia di finanza ha sequestrato beni del valore di circa 500mila euro. Alla luce del quadro probatorio acquisito anche attraverso intercettazioni di conversazioni telefoniche, l’imprenditore, con la collaborazione della sua famiglia, avrebbe beneficiato dei proventi derivanti dai delitti tributari, commessi per il tramite di 2 società di capitali baresi operanti nel settore della produzione di manufatti in cemento. Il complesso sistema di frode – attraverso l’utilizzo di società “cartiere” – avrebbe, pertanto, consentito alle società coinvolte di evadere l’Ires, Iva, Irap, tra il 2011 e il 2017 per un importo totale di circa 15 milioni di euro.
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