Fiom: ’Non si sa se sarà prestito o ricapitalizzazione’ – Il Ministro Giorgetti, non ha indicato né l’entità, né le modalità di utilizzo di quello che non si capisce se possa essere considerato un prestito o una forma di ricapitalizzazione. Per noi è assolutamente evidente la necessità di avere fin dalle prossime settimane la possibilità di conoscere il merito del provvedimento e soprattutto avere la certezza della modalità e dei tempi con cui il finanziamento potrà essere utilizzato”. Lo afferma in una nota Gianni Venturi, responsabile siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale al termine dell’incontro al Mise sulla situazione dell’ex Ilva di Taranto. Da questo provvedimento, continua il sindacalista, “dipende infatti la possibilità di acquisire sul mercato materie prime, energia, e gas per poter incrementare i volumi produttivi dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto a cui sono legate le lavorazioni e le finiture a valle negli stabilimenti di Genova e Novi Ligure, in modo da ridurre attraverso la risalita produttiva il ricorso alla cassa integrazione straordinaria”. Sia sul provvedimento a garanzia della liquidità, sia sull’esito dell’ispezione, conclude, “riteniamo debbano essere disponibili elementi di definitiva valutazione entro la fine di agosto, per poter poi compiutamente valutare insieme a Fim e Uilm in una riunione del coordinamento nazionale dell’insieme del gruppo dei delegati di tutti gli stabilimenti di Acciaierie D’Italia, le iniziative necessarie a garantire una prospettiva industriale e occupazionale, soprattutto in una condizione di straordinaria incertezza come quella che ci attende alla ripresa autunnale”.
Uilm: ‘Incontro drammatico, pronti a mobilitarci’ – “Domani è una giornata conclusiva, è l’ultimo giorno che il consiglio dei ministri ha per poter emettere un decreto. Un decreto che a detta dei ministri riuscirà ad affrontare il tema ormai drammatico della liquidità. Loro sono convinti di poter emetter un provvedimento che non sia un provvedimento di aiuto ma che riesca a risolvere il problema che da mesi noi stiamo sollevando”. Lo afferma Rocco Palombella segretario generale Uilm, al termine dell’incontro al Mise durato oltre due ore. “Abbiamo già richiesto un incontro alla fine del mese, per verificare, una volta varato il provvedimento – aggiunge – e quantificata la somma, di fare in modo che ci sia una interlocuzione e che cambi radicalmente quanto si è verificato in questi anni. Se non ci sarà questo, abbiamo già annunciato la mobilitazione”. Per Palombella, è “stato un incontro drammatico con toni accesi e abbastanza sostenuti. Noi abbiamo continuato a denunciare l’inerzia da parte del governo, la mancanza di provvedimenti definitivi, una situazione che è stata riconosciuta dallo stesso governo e la mancanza di un rapporto con la stessa azienda, un rapporto di incomunicabilità e che diventa ancora più complicato per poter gestire questa situazione. Avere 8000 lavoratori in cassa integrazione senza una reale prospettiva, avere tanti lavoratori del sistema degli appalti senza una retribuzione e una certezza occupazionale, e’ un qualcosa di drammatico”.
Fiom-Cgil: ‘Ci aspettavamo conferma 1 mld, vedremo cdm’ – “Oggi sarebbe dovuto arrivare il ministro Giorgetti con una soluzione, invece è venuto con delle indicazioni. Stiamo ancora aspettando, il ministro sta ancora aspettando che Il consiglio dei ministri decida, mentre invece oggi era la giornata in cui ci doveva dire le risorse a disposizione: cioè la conferma del miliardo al quale ha fatto riferimento dell’incontro precedente, necessario a far girare impianti e a far lavorare lavoratrici e lavoratori”. Lo afferma Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, al termine dell’incontro al Mise sulla situazione dell’ex-Ilva di Taranto. “Invece siamo ad attendere l’ennesimo incontro del consiglio dei ministri – continua – per poter valutare le decisioni. Davanti a una situazione di questo tipo, per quanto riguarda le lavoratrici e i lavoratori dell’ex Ilva la rabbia sta montando in maniera molto forte, perché aumenta la cassa, perché non c’è lavoro sugli impianti”. “E’ del tutto evidente – conclude – che senza una svolta da parte del governo, siamo pronti a riunire tutti i delegati di tutti gli stabilimenti con tutte le altre organizzazioni sindacali per mobilitarci e per cambiare la situazione all’interno degli stabilimenti, sia nei confronti dell’azienda sia nei confronti del governo”.
Fim Cisl: ’Situazione resta grave‘ – L’annuncio del Governo di un intervento finanziario imminente a favore di Acciaierie D’Italia è certamente una novità, ma prima di poterla valutare completamente abbiamo bisogno di capire la natura del provvedimento e la sua entità. Il governo ci ha assicurato che sarà una misura sufficiente a dare certezza all’azienda noi vogliamo e speriamo che sia così, ma chiediamo all’azienda e al Governo che questo sostegno si traduca immediatamente in un impegno aziendale nel recuperare produzione, investimenti e sicurezza sugli impianti, sulle merci e sulla capacità di far ripartire il siderurgico di Taranto che sta letteralmente affondando. Detto ciò, in ogni caso resta il fatto che non possiamo aspettare le elezioni e l’insediamento del prossimo Governo – per questo abbiamo chiesto ai ministri Giorgetti e Orlando che questo Governo mantenga gli impegni presi e la loro titolarità rispetto alla vertenza e quindi, di rivedersi a fine agosto inizio settembre per fare il punto su questa importante crisi. Non bastano dal nostro punto di vista, le giustificazioni dei vertici aziendali sull’aumento dei costi dell’energia e sulle difficoltà di liquidità per abbandonare siderurgico di Taranto e gli altri siti del Gruppo e con essi i lavoratori in Amministrazione Straordinaria e dell’indotto in balia della crisi in cui versa il Gruppo. La crisi è ancora molto grave, per questo la Fim, insieme agli altri sindacati, rifletterà all’inizio della ripresa post feriale con tutte le RSU su come impegnarci e farci sentire, perché questa crisi si riprenda finalmente, l’occupazione, lo sviluppo e gli investimenti del siderurgico di Taranto e di tutti i siti del Gruppo.
Usb: ‘Su vertenza, Governo in grave ritardo’ – “Gravissimo per il Governo arrivare agli sgoccioli senza ancora nulla di nuovo, con una pesantissima crisi di liquidità ed il rischio di uno tsunami nell’appalto. Dal 31 luglio sono decine i lavoratori dell’appalto che non hanno avuto il rinnovo del loro contratto per la riduzione dell’attività. Avvertiamo infatti molto vicino il pericolo di disordini sociali che si è concretizzato nell’estate 2012. Siamo in attesa di conoscere domani il DL Aiuti bis, anche per comprendere i dettagli di questo versamento, vista la comunicazione a dir poco essenziale fatta, in sede di incontro ministeriale, dal ministro Giorgetti”. E’ quanto dichiara Francesco Rizzo, coordinatore provinciale Usb di Taranto e rappresentante del coordinamento nazionale Acciaierie d’Italia dopo il vertice al Mise sull’ex Ilva. “Tutto questo probabilmente – aggiunge – con la peggiore gestione delle fabbriche dell’ultimo decennio. Se dovessimo riportare su un grafico la situazione dal luglio 2012 ad oggi, ci accorgeremmo che questo è il momento in cui alla produzione più bassa corrisponde il numero maggiore di cassintegrati. Dal tavolo romano quindi nessuna risposta sui vari temi: nulla sui cassintegrati ex Ilva in Amministrazione Straordinaria, come non è stata detta una parola per i lavoratori diretti e per quelli dell’appalto, e ancora per l’applicazione dell’accordo di programma a Genova, sottoscritto ormai da diversi anni”.
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