FOGGIA – Nel bel mezzo del calcio mercato e alla vigilia della partenza per il Friuli Venezia Giulia torna in auge la querelle tra Nicola Canonico e Maria Assunta Pintus. Il patron rossonero non ha provveduto al pagamento di alcuni assegni a ristoro delle quote societarie in quanto a suo avviso la situazione debitoria dichiarata dalla Pintus al momento della sottoscrizione del compromesso non era veritiera ma di gran lunga superiore come accertato nel corso dei mesi successivi. La Pintus, ha chiesto al tribunale di Cagliari l’immediato pagamento di quelle quote e Canonico ha fatto ricorso con la procedura di urgenza ex articolo 700 presso il tribunale di Bari che ieri ha dichiarato la sua incompetenza ritenendo che lo stesso ricorso dovesse essere presentato a Cagliari dove il giudice dovrà entrare nel merito nella udienza fissata per il 23 marzo del prossimo anno. II giudice di Bari ha condannato Canonico al pagamento delle spese processuali per l’errore commesso nell’individuazione del tribunale ma non è entrato nel merito e quindi non ha di fatto condannato Canonico a ristorare la Pintus. L’ attenta lettura dell’ordinanza chiarisce comunque che in effetti la questione è ancora aperta e che a Canonico non è stato assolutamente ingiunto di provvedere al pagamento di quanto richiesto dalla Pintus, ma invece di rivolgersi al tribunale di Cagliari che già conosce la questione è che per questo è competente.
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