TARANTO- Oltre 12 milioni di euro da risarcire al comune di Taranto: è questa le decisione del giudice Raffaele Viglione che ha condannato Fabio Riva e Luigi Capogrosso (difeso dall’avvocato Bernardino Pasanisi), al versamento della somma per i danni causati alla città dovuti all’emissione di polveri dello stabilimento tra il 1995 e il 2014.
Risarcimento di dodici milioni complessivi per il comune di Taranto e le due società partecipate Amiu (rifiuti) e Amat (trasporti pubblici) da parte dell’ex Ilva.
In una sentenza lunga un centinaio di pagine il tribunale, al termine del primo grado del processo civile, ha riconosciuto nel ventennio i danni agli edifici di proprietà comunale, al cimitero San Brunone e ai bus dell’Amat e ai mezzi dell’Amiu che ha causato lo stabilimento.
I condannati al risarcimento sono Fabio Riva, ex titolare dell’industria subentrato al padre Emilio, citato in giudizio in prima istanza, ma morto negli anni successivi, e Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento.
Lo stesso giudice, nella sentenza, sottolinea come il disastro ambientale abbia modificato la percezione, la storia e l’identità stessa della città “soppiantata dalla sua storia recente, una cronaca nera fatta di immagini terrorizzanti e record percentuali indesiderati”.
Intanto, è finalmente pronto il decreto del ministero dello Sviluppo economico che prevede gli indennizzi ai proprietari degli immobili esposti all’inquinamento del siderurgico di Taranto.
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